Le mani sulla certosa, seconda parte

Sul n° 7/2019 di Stampacritica ho raccontato di come la Certosa di Trisulti, un monumento ricchissimo di storia e di arte, fosse stato affidato in concessione all’istituto Dignitatis humanae (Dhi), fondato da Benjamin Harnwell e vicino a Stephen Bannon (che compare nella home page di Dhi), già consigliere di Trump, vice-presidente di Cambridge Analytica e fondatore di The Movement.

Ricordiamo che Cambridge Analytica – che «gestiva tutta la campagna elettorale sulle piattaforme digitali di Donald Trump» ed ha lavorato sulla campagna per la Brexit – è celebre per lo scandalo connesso alla gestione di dati personali prelevati illegalmente per influenzare le campagne elettorali, e per altri metodi illeciti[1] usati con la stessa finalità. E che The Movement,  cui anche Salvini avrebbe aderito, appoggia i partiti “sovranisti” europei e si propone di promuovere il populismo di destra[2].

Potete facilmente trovare molte notizie su queste due persone e sulle associazioni cui sono collegati. Per esempio nel sevizio di Report “Tu vuo’ fa’ l’americano”, sul sito openDemocracy, nell’inchiesta sull’Espresso del novembre 2018 o, più semplicemente, su Wikipedia.

Ma, forse, è anche interessante sapere che Bannon è un integralista cattolico divorziato tre volte: quando si dice la coerenza.

In poche parole, l’istituto che aveva ottenuto in concessione la Certosa di Trisulti è   piuttosto chiacchierato per le idee che propugna e per i suoi legami politici e finanziari. Ma anche, per certi versi, per le sue idee nel campo religioso, avverse al Concilio Vaticano II ed a Papa Francesco[3], come si è anche visto in occasione del Family Day di Verona. Personalmente, ritengo che la loro religiosità abbia poco a che vedere con una fede genuina e che il riferimento alla “dignità umana”, contenuto nel nome dell’istituto, sia una sottile forma di ironia.

Comunque, ognuno ha le sue idee, più o meno rispettabili, e nessuno può né deve conculcarle. Tuttavia, stupisce che lo Stato abbia affidato in concessione un monumento nazionale così significativo per la nostra storia e per la nostra cultura, a un istituto che propugna idee molto di parte, se non estremiste, ed intende farne la sede per la loro divulgazione. Anzi, per la formazione politica dei suoi simpatizzanti. Ancor più stupefacente è che un ministro, che apparentemente milita nel campo politico concorrente, abbia firmato il provvedimento, in barba alle pecche normative e legali che tale provvedimento celava.

Comunque, finalmente, il Ministero che aveva dato una tanto improvvida concessione ha iniziato l’iter per la sua revoca, sia perché “l’Avvocatura dello Stato aveva individuato la sussistenza di tutte le condizioni per procedere all’annullamento”, sia “in conseguenza della violazione di diversi obblighi contrattuali” (il virgolettato è del sto ministeriale).

Tradotto dal linguaggio burocratico all’italiano corrente, vorrebbe dire: l’istituto Dignitatis humanae non aveva i requisiti per ottenere la concessione e, in soprammercato, è inadempiente rispetto a quanto pattuito (il canone d’affitto, forse?).

Bene, sembrerebbe che, infine, la giustizia trionfi!

Invece no. L’istituto in questione chiede al TAR la sospensione del provvedimento del MiBACT e, incredibilmente, l’ottiene: siamo proprio un Paese garantista. La patria del diritto, ma anche di Azzeccagarbugli. Ma i ricorsi sono lunghi e costano: che cosa ci guadagna il Dhi? Pensa davvero di mantenere la concessione di un sito così fragile e prezioso, se il concedente ha – motivatamente – perso la fiducia? O ha, plausibilmente, altre finalità?

Questa è la situazione al momento. A marzo ci sarà la discussione di merito del ricorso e, si spera, vedremo come va a finire.

Al di là degli aspetti politici e normativi, l’intera vicenda ha una innegabile connotazione surreale e kafkiana, che sarebbe divertente se non fosse preoccupante.

Un gruppo di ultraconservatori americani, in odore di razzismo, prende in affitto un’antichissima Abbazia, sperduta tra le querce alle pendici dei monti Ernici, come sede di una scuola politica in Italia. Un ministro italiano di centro-sinistra (Franceschini) glielo permette, nonostante non avessero i requisiti richiesti. Un altro ministro (Bonisoli), il cui partito (il M5S) è alleato con gli amici del gruppo ultraconservatore americano (la Lega), mette in dubbio la concessione. Il ministro di prima ritorna al governo e dà lo sfratto all’istituto. Questo resiste ed ottiene una sospensione del provvedimento.

Nel frattempo crolla una parte del tetto dell’Abbazia. I monumenti, si sa, più sono antichi, più sono fragili ed hanno bisogno di cura, non di scuole di politica sovranista né di concessioni chiacchierate.

Non è colpa nostra, si è subito giustificato Harnwell. «La porzione di tetto che è crollata si trova al di sopra la foresteria nobile assegnata alla biblioteca e non è stata quindi affidata alla Dhi» (il virgolettato è del Corriere della Sera). Ma che strano! Aprendo il sito  MiBACT/certosa di Trisulti[4], per sapere le modalità di accesso al monumento si è indirizzati al sito www.trisulti.com; cercando questo indirizzo su Google, appare invece il sito www.dignitatishumanae.com, che ha sostituito il primo: all’insaputa del ministero, si direbbe. E qui c’è scritto che devi chiedere a loro il permesso per accedere alla biblioteca. Anche se non ne sono affidatari.

Diciamo la verità: Kafka ci fa un baffo.

Tuttavia, alcune cose appaiono chiare e realissime.

Primo: se hai fatto una castroneria come ministro, non importa. Al giro successivo ti daranno egualmente lo stesso ministero.

Secondo: se hai fatto una cosa giusta come ministro, non importa. Non riavrai quel ministero.

Terzo: quando mi conviene, il concessionario sono io. Se c’è da riparare, la concessione non esiste.

Comunque, anche se hai torto, ricorri al TAR: qualcosa ci guadagnerai.

di Cesare Pirozzi

[1] come l’uso di prostitute, corruzione e altri metodi per screditare i politici dell’opposizione (https://it.wikipedia.org/wiki/Cambridge_Analytica)

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/The_Movement_(organizzazione)

[3] “Steve Bannon ha detto al leader populista italiano: Papa Francesco è il nemico”: così titolava The Guardian (https://www.theguardian.com/world/2019/apr/13/steve-bannon-matteo-salvini-pope-francis-is-the-enemy).

[4] Almeno fino al 27 gennaio. Al momento (28/01/20, ore 15,45) il sito non è disponibile per “operazioni di manutenzione”. Può darsi che ci saranno modificazioni nei prossimo giorni.

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