A Mazara del Vallo, Trapani, una donna è morta dopo tre giorni di percosse.

L’intervento dei carabinieri, chiamati dai vicini, non ha impedito che una donna, in provincia di Trapani, morisse dopo aver subito, per tre giorni, percosse da parte del marito.

La donna pare che avesse, in passato, già denunciato l’uomo per maltrattamenti ritirando poi le denunce. Era stanca delle botte, stanca di una possessività che non le lasciava spazio per vivere, stanca di essere picchiata.

Per tre giorni, come sembrerebbe risultare dai primi accertamenti, dal sangue ritrovato in più stanze, la donna è stata picchiata, fino al sopraggiungere della morte.

I sanitari del 118 non hanno potuto far altro che verificarne il decesso. Sarà l’autopsia a fornire dettagli sugli ultimi giorni di vita.

Le urla della donna sono state udite dai vicini, ma la richiesta di intervento è arrivata troppo tardi. Non si vorrebbe mai leggere una notizia del genere. Vengono i brividi a pensare cosa deve aver passato quella povera donna in balia del marito.

E non domandiamoci perchè lui lo ha fatto. Non ha rilievo nessuna motivazione. Lui l’ha massacrata, torturandola per tre giorni, come si legge nei più crudi libri di guerra, nei resoconti di chi è scampato a un campo di concentramento o di prigionia.

Questo dovrebbe condurre ad una condanna per sempre e subito, anche se, in realtà, a fronte di una denuncia presentata sarebbe auspicabile che scattassero dei controlli, discreti e silenziosi, volti a sbattere in galera i violenti. A tutela dei deboli. A tutela di donne così poco amate, picchiate e maltrattate per anni.

Speriamo sempre che qualcosa cambi. Quando?

di Patrizia Vindigni

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