Un mondo diseguale

Nel mondo diseguale regna la dis-fratellanza e la dis-libertà. I contro valori della rivoluzione francese ma ancor prima degli insegnamenti del Cristo fattosi uomo. In duemila hanno più ricchezze di 4,6 miliardi di persone. In questi giorni al Forum economico di Davos, il club esclusivo che riunisce sulle nevi svizzere i leader politici e i big delle grandi multinazionali economico-finanziarie, si parlerà di tutto, ma non di come eliminare la diseguaglianza. Oxfam, la ong inglese pubblica il suo report annuale sulle diseguaglianze scandagliando le ingiustizie consumate ai danni del pianeta terra. “

L’ascensore distributivo è bloccato come sempre (il patrimonio complessivo dei 22 Paperoni più ricchi del pianeta terra supera la ricchezza di tutte le donne africane) e pure quello sociale non gode di buona salute”. Il rapporto Oxfam chiarisce, se mai ce ne fosse bisogno, di come la ricchezza in mano di pochi, generi povertà, negando dignità a miliardi di persone, di cui le donne e i bambini, sono il sono i soggetti più deboli. Un vero mattone su questo pianeta Terra, avviato alla autodistruzione dalla logica del profitto sempre e comunque. Non è un paradosso che 2153 persone più facoltose del mondo detengano una ricchezza superiore al patrimonio di quasi 5 miliardi di persone. Una umanità povera, tenuta in schiavitù e povertà dall’egoismo di pochissime persone.

Anche in Italia le cose non vanno bene, dai dati aggiornati a metà 2019, il 10% più ricco possiede oltre 6 volte la ricchezza globale della metà degli italiani. La diseguaglianza aumenta in ogni dove, trascinando nel baratro della fame, delle guerre, della violenza e delle migrazioni, miliardi di persone. Nel mondo, il 46% dell’intera umanità, vive ancora con meno di 5 dollari al giorno e dove il reddito medio globale da lavoro è calcolato in 22 dollari al mese. Un lavoratore collocato nel 10% che ha i salari più bassi dovrebbe lavorare quasi tre secoli, si trecento anni, per raggiungere la retribuzione media in un anno di un lavoratore della fascia più elitaria. “Quest’anno abbiamo voluto però rimettere al centro la dignità del lavoro, dice Elisa Bacciotti di Oxfam Italia, poco tutelato è scarsamente retribuito, frammentato o persino non riconosciuto”. Un prezzo alto, pagato come sempre dalle donne, in Italia e nel resto del mondo.

Il rapporto analizza la criticità italiana che ci colloca al ventitreesimo posto in Europa, per equità distributiva. A questo dato si lega la dispersione scolastica, l’abbandono tra i 18 e 24 anni ha toccato nel 2018 il 14,5 % in crescita dopo 10anni di calo. La diseguaglianza cresce in proporzione alla ricchezza di pochi. In pochi diventano più ricchi, in tanti, miliardi di persone, diventano più povere.

di Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email