Sorellanza universale

Quando ci alziamo la mattina e ascoltiamo le notizie, dai telegiornali o leggiamo i quotidiani, ci troviamo sempre cattive o brutte notizie. Guerra, attentati, violenze, stupri, incidenti e morti sul lavoro, migranti che affogano, droni che bombardano e uccidono civili inermi e innocenti, bambini che muoiono di fame o sete.

Il mondo è una carneficina. I cambiamenti climatici, l’inquinamento, le epidemie, le pandemie più o meno tenute segrete, la Siria, l’Iraq, lo Yemen, la Palestina, l’Africa e miliardi di persone tenute volutamente alla fame. Spesso si aggiungono, come castigo divino, le catastrofi naturali, terremoti, tsunami, maremoti. Non c’è un giorno in cui non abbiamo sentito parlare di sciagure nel mondo.

Ma tutto questo, tutto ciò che accade, ha delle responsabilità, enormi responsabilità politiche dei governanti del mondo che preferiscono il profitto alla “sorellanza universale”. Nessuno è più al sicuro. Nessuna generazione precedente ha dovuto confrontarsi con così tante eventi drammatici. Sembra quasi che ci sia un “ministero della Paura” globale, che governa in mondo con lo scopo di farci vivere con ansia e sottomissione. Ma una paura così costante nel tempo, dovrebbe indurci a ragionare seriamente se il progresso scientifico e tecnologico dell’ultimo secolo sia servito per migliorare le condizioni di vita dei quasi 7 miliardi di persone che abitano questo nostro maltrattato pianeta.

I progressi del mondo moderno, non sono poi così utili al 70% della popolazione mondiale, anzi, possiamo scrivere che per quel 70% sono dannosi o comunque gli hanno peggiorato una già precaria condizione. Ironicamente i problemi più seri, originano dalle società più avanzate a livello tecnologico e industriale, infatti i problemi fondamentali dell’umanità sono gli stessi, se non peggiorati. Oggi molte più persone sanno leggere e scrivere, eppure l’istruzione universale non sembra aver reso gli individui più buoni o solidali, ma al contrario, sono più inquieti, scontenti, insoddisfatti, rancorosi e iracondi, mai felici del “troppo” che possiedono. Senza dubbio dobbiamo riconoscere gli enormi progressi scientifici e tecnologici a livello materiale, ma per certi aspetti questo non è sufficiente, poiché non siamo riusciti ancora a creare pace e felicità, a vincere la sofferenza, cioè a vivere in sorellanza: fraternità, uguaglianza e libertà.

La scienza e la tecnologia, hanno generato profitto ai pochi e fame ai molti, il benessere materiale è incalcolabile, ma non ridistribuito in modo equo. La ricchezza aumenta in modo esponenziale così pure la povertà. Soltanto, che la ricchezza è in mano a pochi mentre la povertà investe il 70% della popolazione. Possiamo anche dire che l’enorme ricchezza accumulata dai pochi viene usata per generare guerra, fame, inquinamento, violenza di ogni tipo, razzismo, rabbia e odio. In un mondo giusto, ci si sente fratelli, sorelli, si condivide il pane e l’acqua, si tende la mano e si accoglie. La solidarietà rappresenta la colonna portante della pace mondiale e della convivenza. L’umanitarismo universale è essenziale per risolvere i problemi della popolazione. L’equa ridistribuzione delle risorse è l’unica strada percorribile per migliorare le condizioni di vita dell’intera umanità, in pace e sorellanza.

di Claudio Caldarelli

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