Templari: tra religione e giustizia

Quanti si sentono devastare da un fuoco di rabbia interiore nel vedere il perpetrarsi di un’ingiustizia? Quanti sentono un impeto di protezione di fronte un debole abbandonato? Unicamente chi è stato un Templare, un Cavaliere di Dio, riesce a condividere in sé la rinuncia, il desiderio di Giustizia e il senso del dovere.

Un cavaliere Templare non ama il lusso né la vita comoda, indossa un coraggio pulito e il suo spirito è allenato al Bene perché temprato dalla povertà. Chi erano i Templari? Umili monaci ma coraggiosi, un esempio di dignità, fede e giustizia laddove i valori umani lasciano attualmente il posto ai messaggi di whatsApp.

Perché in questo periodo di crisi sociale riemergono fortemente i valori degli antichi Cavalieri Templari? Forse la società moderna non è poi così distante da quella Medievale di allora. Attinenze ve ne sono molte: i nobili esercitavano soprusi, la povertà incombeva dilaniante e le tasse soffocavano i più deboli. Qui si fece strada l’eccezione templare: cavalieri che abbandonarono fasti e lussi rimanendo fedeli alla regola monastica, forti nello spirito al pari dei nobili nell’esercitare però il potere di Dio e la difesa dei deboli. In molti di loro infatti scorreva sangue blu nelle vene. Impavidi e coraggiosi protessero i pellegrini cristiani e le carovane musulmane nella misericordia di Gesù Cristo.

Sembrerebbe il preludio di un discorso di presentazione di Berlusconi o di Renzi….  Non è così seppur il periodo medievale è speculare all’attuale situazione socio-economica. Servirebbe anche oggi un esercito impavido e coraggioso per salvaguardare le sorti di una società moderna in crisi come quella che si infrange quotidianamente intorno a noi.

Ordine monastico-cavalleresco, divenuto negli anni straordinariamente potente sia sul piano militare che economico. Un vero Stato nello Stato: ordine religioso combattente nato nel 1118 a Gerusalemme dopo la prima Crociata, incriminati infine di eresia e corruzione scomparvero nel 1307. Cavalieri e monaci: sacro o profano?

Il cavaliere templare in verità uccide sicuro e muore più sicuro ancora: giova a se stesso quando muore e a Cristo quando uccide. Impugna la spada in qualità di ministro di Dio in punizione dei malvagi e in lode dei buoni. Quando uccide il malvagio egli non è “omicida” ma potrei definirlo “malicida” perchè difensore dei cristiani. La morte che egli dispensa è infatti un guadagno per Cristo: nella morte del pagano il cristiano si gloria, e Cristo ne è glorificato. Quando il cavaliere muore è invece giunto alla meta… E qui il dubbio si insinua: quanto il desiderio di giustizia e protezione giustifica atti di cotal portata?  -nnDnn- (non nobis Domine, non nobis… sed nomini tuo da gloriam).

di Tommasina Guadagnuolo

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