SENZA CINEMA FARNESE

Senza cinema

Senza scena

Scendono gli ormoni
Scema l’ipotalamo,
Lo schermo immunitario

Niente baci
Sole nel ventre
Folate di scirocco ai polsi

I tuoi occhi, ginocchi
Allo schienale del cuore.

Il tuo fegato spavaldo agli spari
Le labbra che fremono ai sospiri
Che bisbigliano fino all’ultimo respiro

Sull’ermeneutica, sul senso
Recondito di un’inquadratura
Di un carrello, di un piano sequenza
Al cardiopalma della vertigine amorosa.

Cinema Farnese
Poltrone rosse ora cieche
Sorde da qualche giorno
Mute, sembra più di un mese

Cinema Farnese
Madrepatria, madrelingua
Altipiani d’immagini-concetto
Scogliere di pensieri-montaggio

Strapiombanti in panoramiche
Verticali oltre l’abisso della storia

Cinema Farnese
Memoria a oltranza
Nell’oblio di ogni fotogramma
Molto più di una sala, di un Paese
Geo-frammenti, frame, ciak!
Senza mai la parola – Fine.

Roma, 11 marzo 2020.

di Riccardo Tavani

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