24 marzo 1944 l’Eccidio delle Fosse Ardeatine

Era il 24 marzo del 1944, la primavera a Roma apriva le persiane, sui balconi i fiori, il profumo del risveglio annunciava una nuova vita. Ma quel giorno, la follia nazista si scatena in tutta la sua barbarie e brutalità. Vengono rastrellati 335 italiani, caricati sui camion e fucilati. Una azione di rappresaglia per l’azione dei partigiani del giorno prima. Un fatto tragico, che ogni anno viene ricordato come simbolo della crudeltà dei nazisti. L’Eccidio o strage, delle Fosse Ardeatine rappresenta uno dei momenti più dolorosi della lotta di liberazione dalla tirannia nazi-fascista.

Nel 1944 l’Italia era divisa in due. Il fascismo era caduto, ma Mussolini, prima arrestato e poi liberato dai tedeschi, aveva formato un nuovo governo nel Centro-Nord, la Repubblica di Salò. Essa, però, non era altro che una marionetta nelle mani di Hitler e dopo l’armistizio dell’8 settembre con cui il generale Badoglio aveva dichiarato la resa dell’Italia, l’esercito nazista, appoggiato dai fascisti, scese fino a Roma per occupare il paese. In questa situazione caotica, a pagare il prezzo maggiore fu la popolazione civile, bombardata dagli americani e terrorizzata dalle SS e Gestapo che mantenevano l’ordine con il terrore. In quei giorni, molti italiani si unirono ai partigiani per accelerare la lotta di Liberazione combattendo clandestinamente le forze nazi-fasciste. I partigiani, agivano con operazioni di guerriglia per indebolire la Wermacht (esercito tedesco) e incitare la popolazione alla rivolta.

Roma era difficile da liberare, la presenza tedesca era molto forte, le azioni partigiane ottenevano risultati è proprio per rappresaglia contro i partigiani, i tedeschi trucidarono centinaia di civili. Il 23 marzo, il giorno prima dell’Eccidio, una bimba dei partigiani piazzata in via Rosella aveva ucciso 33 tedeschi appartenenti ai corpi di polizia SS e Gestapo del reparto “Bozen”. I tedeschi reagirono con furia cieca ordinando una vendetta: 10 italiani sarebbero stati uccisi per ogni tedesco morto. La mattina del 24 marzo con la complicità delle autorità fasciste italiane, le SS del colonnello Harbert Kappler caricarono sui camion 335 prigionieri italiani, di cui 75 ebrei, e si diressero verso le cave vicino alla via Ardeatina. I cinque prigionieri in più, fu un errore di calcolo dei tedeschi. Qui, i tedeschi, supportati dai fascisti, trucidarono i prigionieri innocenti, poi per nascondere il massacro, fecero saltare in aria le cave. Ora nel luogo dell’Eccidio, sorge un mausoleo in memoria delle vittime innocenti per ricordare la crudeltà della guerra e dei fascio-nazisti.

di Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email