La dura vita del Social Media Manager ai tempi del coronavirus

Le partita IVA piangono, i dipendenti pubblici piangono, il personale medico e paramedico piange ma nessuno, in questo frangente difficile, pensa alle enormi difficoltà che stanno vivendo i social media manager dei nostri politici, costretti a combattere con l’onnipresenza del coronavirus per cercare di trovare uno sprazzo di visibilità ai loro datori di lavoro.

Mi riferisco in particolare al povero Luca Morisi, abituato a vedere il suo donno e mecenate sempre sulla cresta dell’onda con immigrati, rom, gattini e panini al prosciutto  e ora relegato a pochi trafiletti e qualche comparsata televisiva.  A onor del vero, la sua fervida fantasia, qualche ideona l’ha pure partorita.

Prima ha fatto passeggiare Salvini per le vie di Roma con la fidanzata mano nella mano e la scorta a poca distanza, in spregio alle più elementari norme di sicurezza, riuscendo per qualche oretta a rimetterlo in carreggiata. Sembravano tornati i bei vecchi tempi: gente che lo prendeva per il sedere, condivisioni delle notizie che lo riguardavano, politici che gli davano dell’irresponsabile. Pazienza, ha dovuto fare la figura del bifolco, ma non è certo la prima volta: l’importante era ricordare ai suoi elettori che il Capitano è sempre lì. L’espediente però è durato troppo poco, Salvini si è inventato la balla che era in giro a fare la spesa e tutto si è chiuso con una manciata di like e di condivisioni, per tornare subito a parlare dell’emergenza pandemia.

Immediatamente dopo il vulcanico Morisi ha rispolverato uno dei vecchi cavalli di battaglia di Salvini, le divise. Gli ha fatto indossare una camicia blu da medico, una mascherina e lo ha messo davanti a una telecamera. Gli elettori leghisti erano un po’ spiazzati a vederlo in camice, poi hanno visto che non aveva le maniche legate sul davanti e si sono tranquillizzati. L’idea che un simile, becero, trucchetto potesse essere offensivo per chi sta rischiando la pelle a contatto col virus, ovviamente non ha sfiorato nessuno.

Anche stavolta, purtroppo, l’effetto è stato blando, il travestimento ha sortito una lieve indignazione non sufficiente a rilanciare il Capitano nei trend topic. Niente bonus produttività.

Per farvi capire la gravità della situazione e la penuria di buoni argomenti, vi basti pensare lo stesso Salvini e Giorgia Meloni stanno strepitando per far riaprire il Parlamento. Due tra i più assenteisti – Giorgina è tra i primi cinque assoluti, mentre Salvini ha potuto abbassare il computo delle assenze grazie alle missioni come Ministro dell’Interno ma di fatto si è visto poco e niente pure lui – ora vogliono andare a lavorare per gli italiani “giorno e notte”. È un po’ come se Paolo Fox si lamentasse che gli oroscopi sono poco attendibili e chiedesse maggior rigore scientifico nella stesura degli stessi.

Mettetela come volete, questa crisi ci sta insegnando a dare valore a ciò che conta, a capire che i ritmi frenetici di ogni giorno non sono indispensabili per andare avanti, che è possibile rispettare l’ambiente e, soprattutto, che se facciamo a meno di parlare ogni giorno del Capitano, evitiamo che gente pagata per spargere odio e bufale possa alimentare ulteriormente il suo conto in banca.

di Marco Camillieri

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