La patria è l’intera umanità

Non avrebbe mai pensato, dice l’eretico di vivere un momento nel quale tutte le donne e gli uomini della terra si potessero trovare sullo stesso piano.

A questo, in qualche modo, è servita la pandemia di Covid-19, un virus che non fa differenze tra ricchi possidenti dei paesi cosiddetti civili e derelitti nullatenenti del terzo e dal quarto mondo.

Ma solo a questo, purtroppo, aggiunge l’eretico. Perché subito dopo scattano le differenze, piccole, o grandissime, o illimitate.

Basta pensare, alla possibilità di avere o no presidi difensivi individuali come mascherine, guanti, camici.

Basta pensare alla disponibilità diversa di vivere la distanza tra persone, quella  che c’è tra i residenti nelle ville tipo Arcore e negli appartamenti di 200 metri quadri e quella a disposizione dei migranti nei tuguri del campi di concentramento in Libia od in Turchia, o dei Rom nei ghetti di baracche e di roulottes, o degli indiani di bassa casta che dormono sui marciapiedi di New Delhi.

Basta pensare alle differenze tra le organizzazioni della sanità nei diversi paesi.

Come quella pubblica in Italia, gratuita ed aperta a tutti (anche se negli ultimi venti anni con riduzioni a favore di una crescita di sanità privata a pagamento, di fatto riservata agli abbienti).

E in confronto quella negli Stati Uniti, privata e con costi altissimi accessibili solo ai ricchi, dopo che Trump ha smantellato le pur modeste iniziative di sanità pubblica volute da Obama. E dove, come pubblicato su L’Avvenire del 28 marzo u.s.: “Decine di ospedali americani hanno chiesto alle autorità statunitensi di emettere un ordine nazionale di «non rianimare» i pazienti affetti da Covid–19. E c’è da credere che la sorte dei “non rianimati” non riguardi quelli che possono pagare!

Oltre tutto, fa notare l’eretico, in una pandemia “uguale per tutti” ha pesato, finché è stato possibile, la difesa della società fondata sul profitto e sul consumismo, dagli stati (USA, Gran Bretagna, Germania tra i più importanti) che fino all’ultimo hanno difeso il libero mercato lasciando moltiplicarsi le occasioni di contagio, nella produzione, nella vita pubblica, nello sport.

Questo nonostante la possibilità di usufruire dell’esempio della Cina, il paese che per primo ha subito l’attacco del virus e che ha saputo concentrare tutte le sue energie su una limitazione geografica e sulla moltiplicazione delle strutture sanitarie necessarie a curare il contagio.

Si è detto, osserva l’eretico, che ciò sia stato possibile solo in uno stato non democratico e che tale comportamento non sarebbe stato realizzabile nei paesi democratici, nei quali le libertà individuali sono sacrosante. Qualcosa di vero è plausibile, anche se gli interventi effettuati in Italia e poi imitati da tanti altri stati non sono stati molto diversi, compreso i richiesti interventi dell’esercito.

Ci sono però altri elementi, osserva l’eretico, che vale la pena tenere presenti, perché sono segnali di un mondo nel quale si affiancano anche diversi, anzi opposti ideali.

Così in Italia da un lato abbiamo avuto la solidarietà illimitata del personale sanitario, dei volontari di ogni ispirazione, delle forze dell’ordine e la paziente accettazione da parte della gente delle limitazioni che è stato necessario attuare e delle difficoltà economiche conseguenti per la grande maggioranza della popolazione. Già, quella che non ha disponibilità ma piuttosto debiti e mutui indotti da una pubblicità per un consumismo esasperato ed inutile.

E d’altro lato abbiamo gli sciacalli, quelli per cui la pandemia è stata l’occasione per speculazioni finanziarie in borsa, senza che tra essi ci fosse qualcuno a pensare che nelle società condotte allo sbaraglio c’era la disoccupazione del lavoro per centinaia di migliaia di lavoratori.

Sì, abbiamo gli sciacalli, quelli che hanno speculato sull’accaparramento di mascherine e di respiratori, quelli che per lucrare di più li hanno venduti all’estero, indifferenti alla sorte delle persone che senza quei presidi si contagiavano e morivano negli ospedali in Lombardia.

E ancora, abbiamo gli industriali che pretendevano di continuare il lavoro per puro profitto, incuranti della salute dei loro dipendenti, ai quali non fornivano neppure i pur relativi presidi di difesa individuale.

Abbiamo un mondo diviso in opposti ideali, dice l’eretico.

Quello dei ricercatori che si dedicano giorno e notte alla ricerca di farmaci e vaccini per rompere l’assedio del virus Covid-19 per tutto il mondo.

Ma abbiamo anche quello degli industriali dell’industria farmaceutica che sperano per profitto di conseguire i relativi brevetti, e con loro dei politici, come il presidente Usa che voleva acquistarne uno, per uso esclusivo nel suo paese.

E ancora, nota l’eretico, abbiamo un mondo che ci manda dalla Cina tre diverse missioni di medici, infermieri e presìdi sanitari; che manda dalla Russia sanitari, con respiratori e tamponi; che da Cuba viene in nostro aiuto con la brigata Henry Greeve, che opera nel mondo per soccorso in situazioni epidemiche, come l’Ebola in Africa. Perché è giusto aiutare in momenti di bisogno. E “la patria è l’intera umanità” disse il cubano Marti.

Già, sono paesi che hanno avuto od hanno nella loro gente una cultura di solidarietà, di fratellanza internazionalista. Che è nel cuore della loro gente.

I regimi antidemocratici è giusto che finiscano, ma la gente di Cuba, di Russia, di Cina è venuta in nostro aiuto mentre i paesi a noi più vicini ci hanno chiuso le frontiere, hanno tenuto al largo e non hanno consentito di sbarcare a nostre navi, e all’interno della Unione Europea esprimono ostilità per un comune processo di ripresa economica.

Alla fine di questa pandemia, spera, no, è convinto l’eretico, ci sarà un mondo nuovo. Non forse, all’inizio, nei poteri, nei governi. Ma certamente qualcosa di diverso, di migliore, tra la gente.

Quando la distanza di un metro sarà superata, quando potremo tornare a darci la mano, ad abbracciarci, a vivere insieme, allora ci sarà consapevolezza, tra tutte le donne e gli uomini della terra, di quello che potremmo perdere, di come sia importante, necessaria una società più uguale, per tutti noi, insieme.

E allora anche per i poteri, per i governi, sarà necessario adeguarsi

di l’eretico

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