La disuguaglianza calpesta la dignità di tutti

La disuguaglianza non è un dato, ma il principale problema con cui dobbiamo misurarci. L’aumento della disuguaglianza provoca ingiustizia e tradisce la libertà sostanziale e universale. La disuguaglianza è ben raffigurata dalla foto scattata in America, a Los Angeles, in cui centinaia di poveri, contagiati dal coronavirus, sono distesi sull’asfalto di un parcheggio entro il riquadro delimitato dalle strisce bianche, distanziati in modo alterno. Buttati lì come rifiuti, emarginati dalle cure e da qualsiasi forma di assistenza sanitaria e sociale.

L’America delle disuguaglianze in questo periodo di coronavirus fa vedere in peggio di se. Il massimo esempio pratico di disuguaglianza senza un minimo di rispetto per la sacralità della vita e dei più deboli. Un esempio, quello,americano, sempre più imitato dai governi di tutto il mondo. “L’aumento delle disuguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento calpesta l’uguale dignità (l’essere degni di uguale considerazione e rispetto) delle persone, rompe il rapporto tra possesso di mezzi e bisogni, tradisce le aspettative basate sull’uguaglianza di opportunità, ed equivale ad una compressione della libertà sostanziale di grandi masse di persone. In sostanza ripropone con forza la questione sociale, in termini di libertà e autonomia delle persone, imparziale distribuzione delle risorse e capacità e equità nei risultati e nei destini individuali”. Così Salvatore Veca interviene al forum delle Disuguaglianze e Diversità, riproponendo una riflessione che aveva acceso gli animi nel ’68 e portato all’autunno caldo quando milioni di studenti e lavoratori scesero in piazza per rivendicare il diritto all’uguaglianza. L’ingiustizia non è solo l’esito delle disuguaglianze odierne. Ne è la causa. All’origine delle disuguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento con le quali oggi conviviamo, vi sono cambiamenti profondi avvenuti nel “modus operandi” delle principali istituzioni sociali, compresi mercato e imprese, i quali violano sempre di più l’uguaglianza di considerazione e rispetto dovuta a ciascun individuo. Più cresce il divario più aumenta il profitto.

Più aumentano i poveri più aumentano i ricchi. C’è un rapporto diretto tra ricchezza e povertà. L’iniqua redistribuzione che genera disuguaglianze è la causa e l’effetto visibile di centinaia di persone abbandonate, dallo Stato più ricco del mondo, entro le strisce di un parcheggio, senza cure e nessun sostegno. Sono necessarie istituzioni sociali fondamentali ai fini di una distribuzione equa delle risorse che includa senza escludere. L’estensione universale del diritto alla non povertà è la realizzazione di una società globale in cui l’economia venga messa al servizio dei cittadini, il profitto bandito e la ricchezza redistribuita in modo da eliminare qualsiasi disuguaglianza e creare pari opportunità.

di Claudio Caldarelli

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