La società del dopo pandemia.

Sono tutti bravi a chiedere maggiori spese, a pretendere contribuzioni incondizionate, a volere riaperture immediate delle attività, ad argomentare in parlamento falsità come quelle sui metodi di intervento della Svizzera …

Tutti chiedono fatti e non annunci, tutti chiedono subito sussidi, finanziamenti, farmaci e vaccini, tutti (?) restano a casa, e quelli che debbono lavorare hanno tutti (?) le idonee protezioni.

Tutti, giustamente, si offendono per l’egoismo disumano dei paesi dell’Europa del nord che stanno affossando l’Unione Europea, sempre meno l’unione della solidarietà, sempre più il presidio della ricchezza e della finanza.

D’altro lato molti criticano, respingono, disprezzano quello che è stato fatto, che si fa, che si farà, tutti denunciano e si apprestano a cause giudiziarie, molti pensano solo ai propri diritti e danno per scontato il dovere che inchioda medici, infermieri, ausiliari, volontari, forze di sicurezza e dell’esercito in un lavoro massacrante, con rischi mortali.

Sono due facce, non conciliabili, dell’Italia di oggi. C’è l’egoismo di chi ha nel sangue la società del profitto e a fronte c’è la dedizione, il sacrificio, la solidarietà che spero possa essere un riferimento per l’Italia di domani.

Mi riesce difficile pensare, se non altro per l’età, a quello che sarà l’Italia degli anni a venire, anzi, di quello che potrà essere il mondo del domani.

Posso solo fare qualche riflessione sui prossimi mesi, quelli della fase 2 e della fase 3, che non ha finora sentito sui mass media.

Anzitutto, che la fase 2 potrà forse riguardare alcune (molte?) produzioni piccole, medie o grandi, ma non certamente le attività del turismo, i ristoranti, gli alberghi, le spiagge. E la rinascita non può essere quindi sperata dal privato, ma deve contare su un grande, fondamentale, maggioritario intervento pubblico di edilizia, di trasporti, di sanità. Basta, basta col dire che privato è bello, quando quel privato è poi solo profitto (vedi sanità lombarda, Italstrade, Alitalia etc).

Ancora, che si dovrà esigere che il subito sia anche legale. Non sarà facile ottenerlo, contro le infiltrazioni della criminalità organizzata; e potrà forse essere un riferimento una gestione commissariale come recentemente quella della ricostruzione del ponte Morandi, o nel 2015 a Milano la Esposizione Universale.

Ancora, che la fase 2 riguarderà l’attività delle persone, ma certamente non quella del virus, che continuerà ad imperversare. E si potrebbe registrare la situazione di persone, quelle con anticorpi del tipo G(IgG) libere di fare tutto, accanto a tutte le altre, ancora a rischio di contagio.

Ci sarà poi, finalmente, la fase 3, quella della ricostruzione, della rinascita. Sarà una fase nella quale mi auguro che i giovani si facciano valere.

Perché saranno loro che dovranno progettarsi il futuro;

Perché purtroppo, su loro ricadrà il debito pubblico che dai 2milaquattrocento miliardi di oggi salirà sicuramente oltre i tremila miliardi;

Perché, come ho scritto sopra ci sono due facce, non conciliabili, dell’Italia di oggi.

E credo che dopo la pandemia si dovrà scegliere. E non solo i Italia

E sarà questo il momento in cui si capirà se la parentesi della pandemia avrà cambiato qualcosa, nei principi fondativi della società del futuro. .

Se si lavorerà per ridurre un’evasione tributaria annua di 150 miliardi di euro;

Se si dirà che un’imposta patrimoniale è un dovere in situazioni di crisi nei confronti dei milioni di persone in fascia di povertà;

Se si dirà che un’imposta di scopo, anche solo metà di quella che decisero in Germania per la riunificazione Est-Ovest, sarebbe doverosa per la crescita del Sud o per la salvezza delle industrie in fallimento;

Se non si griderà allo scandalo se ai 343 mila ricchi che in Italia hanno la diponibilità annua di più di un milione di Euro si chiederà un contributo di solidarietà del 10% (sarebbero 34 miliardi all’anno).

Oppure se si continuerà a discriminare le persone per il colore della pelle;

Se si continuerà a considerare le donne al servizio dei maschi e si rifiuterà di riconoscerle libere e uguali;

Se si vorrà approfittare della situazione per chiedere sanatorie, tasse ridotte, diritti di copertura dei debiti a carico dello stato;

Se sembrerà una bestemmia comunista la richiesta di papa Francesco di un salario universale per tutte le donne e gli uomini della terra;

Se si ostacolerà una protezione della terra che comporterà minori ricchezze pei i potenti;

Se per il profitto della vendita di armi si irriderà la richiesta di una cessazione, oggi e subito, di tutte le guerre che insanguinano il pianeta.

Ecco, in questa fase, per l’età, non potrò esserci.

Ma voglio sperare che anche da questa pandemia, anzi, attraverso essa, si potrà arrivare ad una società più giusta, più libera, piena di amore verso gli altri, di piena solidarietà.

di Carlo Faloci

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