Lettera aperta nell’epoca del coronavirus

Questo è tempo di riflessione e meditazione. L’esser costretti a stare a casa è una grossa opportunità, per tutelare noi e gli altri, per sentirci solidali, per ritrovarci in noi stessi.

Possiamo riscoprire quel dialogo interiore, tralasciato per la fretta di tutti i giorni. Possiamo dare maggior spazio al conversare, nei tanti modi che abbiamo oggi a disposizione. Possiamo dar spazio al riflettere, considerare, sognare, con il leggere, ascoltare musica, immergerci in documentari, scrivere, meditare. Possiamo sentirci tutti cittadini di questa splendida, comune terra: sentirci parte di quel tutto, che chiamiamo mondo. Dalla consapevolezza dell’essere profondamente legati gli uni gli altri, possiamo comprendere il nostro essere tutti collegati in tanti ecosistemi, che costituiscono la nostra biosfera, nell’aria che tutti respiriamo per poter vivere.

È quando ci manca qualcosa, che possiamo riscoprirne il valore. È quando ci sembra di essere in prigione, che si riscoprono le libertà della mente e del cuore.

Accettare regole comuni ci sta facendo sentire cittadini del mondo, condividenti e compartecipi, tutti corresponsabili del nostro destino. Renderci conto del bene primario della vita, ci sta facendo riscoprire ciò che è davvero essenziale. Essere privati del poter ritrovarci, sorriderci, abbracciarci, ci sta facendo riscoprire il senso e il valore dell’umanità e della fratellanza. Ritrovarci al chiuso ci sta facendo riscoprire la bellezza della natura e del poterne godere visioni e sensazioni. Stiamo scoprendo il senso di un’ecologia profonda, quella che ci salverà dalla catastrofe planetaria. Dalla contemplazione della bellezza deriverà l’azione della salvezza dell’umanità tutta.

Sentirci accomunati da un comune anelito, quello del vivere, ci sta facendo comprendere il

senso di una morale utilitaria – fatta di consapevolezza e cooperazione – che sia a vantaggio di tutte le popolazioni, pur nella diversità di contesti e culture. Da ciò la nuova prospettiva ecologica per tutta l’umanità e la ridefinizione dello stesso concetto di crescita e progresso. Il progresso richiede una conversione ecologica, che a sua volta deve passare per una conversione comunitaria. E’ necessaria la formazione di una coscienza collettiva, che sappia farsi coscienza planetaria. Le conquiste della libertà devono potersi armonizzare con il principio della responsabilità, come i diritti devono rispecchiarsi nei doveri.

Stiamo delineando una nuova civiltà della cooperazione, basata sull’empatia e edificata sulla collaborazione. Da qui il grande compito delle tre grandi armonizzazioni, cui la nostra civiltà è chiamata: quella fra individuo e collettività, quella fra tradizione e innovazione e quella fra natura e cultura. Questa la grande funzione di una nuova autorevole leadership mondiale, che sia capace di coniugare l’oggi con la visione del futuro, fatto di economia ed ecologia, formazione e prevenzione, dialogo e regole, consapevolmente ed eticamente condivise.

La lezione del coronavirus

Questo tempo del coronavirus ci sta insegnando molte cose. Si tratta di concetti e idee che già conosciamo ma di cui non ne abbiamo fatto ancora una sofferta e diretta esperienza. L’umanità è costretta a capire, quasi sempre, attraverso il dolore e la sofferenza, quando non riesce a prevenire con la conoscenza e attuare con l’azione.

Prima di tutto stiamo comprendendo che siano tutti interconnessi. Ciò che avviene a est riguarda anche l’ovest e ciò che si fa al nord coinvolge anche il sud, e viceversa. Abbiamo, con tanta passione, sacrifici e sofferenze, creato i confini nazionali di questo nostro mondo, per poterci riconoscere e tutelare. Ora li vediamo quasi scomparire, in questa invasione epidemica. Tutto ciò che sta avvenendo diventa un problema planetario, assieme a tutti gli altri, primo fra tutti quello del cambiamento climatico, con tutte le sue implicazioni e conseguenze. Solo tutti assieme – condividendo socialmente, collaborando economicamente e impegnandoci personalmente – potremo dare ancora speranza a una presenza dignitosa e felice dell’umanità in questa nostra splendida, comune Terra.

Poi, stiamo rendendoci conto che, al di là delle diversità di culture, religioni e condizioni socio- economiche, l’umanità è oggi costretta a considerarsi parte della medesima Terra. La solidarietà fra popoli e continenti sta diventando una necessità, in tutti gli ambiti, primi fra tutti quelli dell’alimentazione, della salute, dell’occupazione, dell’igiene, e della ricerca. Pace, istruzione e sviluppo ne sono le basilari condizioni.

Inoltre, stiamo considerando quanto sia importante la competenza professionale, la dedizione personale e il coordinamento organizzativo. Stiamo andando verso un nuovo stile di vita, più essenziale e autentico; verso una nuova morale utilitaria, con al centro l’onestà e la trasparenza, nella consapevolezza della reciprocità di tutto ciò che rappresenta un bene per tutta l’umanità; verso un nuovo stato organico-unitario, capace di sconfiggere l’individualismo egocentrico e l’indifferenza sociale. Il passaggio socio-politico è quello da un sistema piramidale, verticistico e separatista, a un sistema a rete, basato sulla condivisione, la compartecipazione e la corresponsabilità.

La nuova civiltà che si sta affacciando all’orizzonte è la civiltà della cooperazione, i cui strumenti sono l’atteggiamento dell’empatia, la volontà di comprensione reciproca e lo spirito di collaborazione. Fonte ispiratrice di tale nuovo panorama politico è l’istituzione di una nuova etica, centrata sul benessere di tutta l’umanità e impegnata in una duplice lotta: la prima, contro il degrado ambientale, il surriscaldamento globale, la desertificazione; la seconda, contro la corruzione, il tornaconto di parte e l’insensibilità sociale.

Tutto ciò richiede una visione lungimirante dell’evoluzione umana – fondata sulla maturazione personale e la comprensione delle leggi che regolano la vita nell’universo – ispiratrici della missione di una nuova leadership etica.

Questa la nuova rivoluzione etica che si sta profilando all’orizzonte di questo secolo. Non solo “libertà, fraternità e eguaglianza”, concetti già acquisiti e sperimentati, anche se dimensioni ancora da vivere e testimoniare ma anche “responsabilità, solidarietà e diversità”. Responsabilità, riguardo a tutto ciò che stiamo facendo, in questa nostra comune madre Terra. Solidarietà, fra tutti i popoli, religioni e persone. Diversità, come riconoscimento e apprezzamento dell’unicità delle persone e della distinzione delle culture e dei popoli, nella valorizzazione delle differenti doti, attitudini e vocazioni individuali, culturali, ambientali.

Con l’esperienza di questa pandemia, è come se stessimo facendo una prova generale di questa nuova civiltà, sperimentando modelli, affinando competenze, sviluppando virtù sociali e morali.

Prof. Gaetano Mollo

Professore di Filosofia dell’Educazione Gaetano Mollo, docente all’Istituto Universitario Progetto Uomo, già Ordinario di Filosofia dell’Educazione all’Università di Perugia.

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