Razzismo e coronavirus, il cocktail letale

Grazie all’emergenza COVID-19, il razzismo serpeggiante nell’animo di molti italiani è riemerso prepotente, animato di nuove e inedite argomentazioni.

Se Orban in Ungheria ha predisposto come misura di sicurezza, per arginare il contagio, la messa al bando degli interventi di cambio sesso, qui da noi non si è fatto molto di meglio, modificando lo status delle nostre coste e dichiarando l’Italia non più porto sicuro. Il boom di contagi in USA e Cina hanno insegnato chiaramente, a questi geni della politica, che la colpa dell’epidemia è di transessuali e immigrati. Lineare.

I razzisti da social non sono certo da meno e hanno già ripreso a occuparsi, a tempo pieno, del vero problema che affligge l’Italia: gli sbarchi.

Sotto la spinta del problema pandemia, si sentono adesso rinvigoriti da nuove motivazioni: occorre salvare il fiero popolo italiano dal contagio dello straniero. Quella che prima era solo una questione di sopravvivenza economica, adesso è una questione – ancor più vitale – di salute pubblica.

Poco importa che nelle campagne non ci sia più nessuno disposto a lavorare e le imprese agricole stiano colando a picco per mancanza di manodopera: quel lavoro è meglio non farlo fare a nessuno, piuttosto che dar da mangiare a qualche povero disgraziato.

L’ultimo sbarco di 101 immigrati a Pozzallo ha sollevato il solito polverone di commenti indignati, strali contro i buonisti e auguri di morte, fatti da gente che non ha la più pallida idea di ciò che avvenga a Pozzallo ma denuncia, fiera, la mancanza di controlli, di sicurezza, di profilassi igienica, laddove – invece – chi a Pozzallo sta in prima linea, dichiara serenamente che tutto il personale che ha avuto contatto con queste persone è stato sottoposto a tampone (risultando negativo), che non c’è alcun focolaio e che tutto è pienamente sotto controllo. L’unico caso finora segnalato riguarda un ragazzino egiziano che è stato debitamente isolato.

In una combo micidiale, l’onda razzista sembra essersi acuita in concomitanza alle feste pasquali, quando più forte e intenso è il sentimento di carità cristiana che alberga nei cuori dei sovranisti e dei razzisti da tastiera, tanto solerti a porgere la mano per accogliere il corpo di Cristo, quanto lo sono ad alzarla per volgerla contro l’orrendo straniero.

di Marco Camillieri

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