Disuguaglianze: ricchezza e povertà

Disuguaglianze, in 26 posseggono le ricchezze di 3,8 miliardi di persone. A dieci anni dall’inizio della crisi finanziaria i miliardari sono più ricchi che mai e la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani. Nel 2017 queste ricchezze erano concentrate nelle mani di 46 individui e nel 2016 nelle tasche di 61 miliardari. Il trend è netto e sembra inarrestabile. Una situazione che tocca soltanto i paesi in via di sviluppo? No, perché anche in Italia la tendenza all’aumento della concentrazione delle ricchezze è chiara.

Così su Il sole 24 Ore del 21 gennaio 2019 scriveva Angelo Mincuzzi.

A metà del 2018 il 20% più ricco tra gli italiani possedeva circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Salendo più in alto nella scala, scrive Mincuzzi, il 5% più ricco era titolare da solo della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero. Questo 5% di ricchi, tramite i media (giornali e televisioni) di loro proprietà diretta o indiretta, chiedono allo Stato aiuti economici a fondo perduto per attivare la cosiddetta “ripartenza”. Chiedono soldi allo Stato, Loro, che di ricchezza ne posseggono più dello Stato stesso. Chiedono allo Stato senza aver dato, o dato poco, avendo molti di Loro, la residenza nei cosiddetti paradisi fiscali, che non sono paradisi, anzi lo sono per Loro. Per i poveri sono trucchi per non pagare o evadere le tasse. Molti paesi europei, Germania, Francia, Spagna, hanno preso provvedimenti che escludono dagli aiuti le aziende che hanno residenze fittizie nei paradisi fiscali. Questo ci fa pensare che se per alcuni il paradiso serve per non pagare le tasse, per noi significa togliere ai poveri, la sanità, la scuola, i trasporti, l’adeguamento delle pensioni minime e il reddito di cittadinanza o di emergenza. Nei dieci anni successivi alla crisi finanziaria, il numero dei miliardari è quasi raddoppiato. Solo nell’ultimo anno la ricchezza dei Paperoni nel mondo, scrive Il Sole 24 Ore, è aumentata di 900 miliardi di dollari (pari a 2,5 miliardi di dollari al giorno) mentre quella della metà più povera dell’umanità, composta da 3,8 miliardi di persone, si è ridotta dell’11,23%. Da questi dati emerge che più aumenta la ricchezza, più aumenta la povertà, cioè aumenta la disuguaglianza a scapito dei poveri che si vedono negati i più elementari diritti di cittadinanza. I diritti universali di cittadinanza, come ci ricorda quotidianamente Papa Francesco, sono il diritto ad un salario universale, alla scuola, alla sanità, all’acqua, ad avere un ambiente pulito, non inquinato dove poter vivere dignitosamente in fratellanza. Ma la ricchezza in mano a pochi “pescecani” negano alla umanità intera questi diritti universali. Pensiamo un mondo diverso, dove la ricchezza sia redistribuita e i diritti universali garantiti a tutti, nessuno escluso. Pensiamo un mondo pulito, dove l’acqua sia pubblica e di libero accesso per tutti, nessuno escluso. Pensiamo un mondo di sorelle e fratelli, dove si vive in comunità dividendo ciò che sia ha. Dove tutti siano meno poveri perché tutti sono meno ricchi. Un mondo diverso di gente uguale che tende la mano, accoglie e condivide il pane con suo fratello. Un modo giusto è possibile.

di Claudio Caldarelli

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