Cari Alessio e Simone, la lettera dell’Avvocato Piero Gurrieri

Paolo Borrometi – www.laspia.it

Riceviamo e pubblichiamo dall’Avvocato Piero Gurrieri

Cari Alessio e Simone,per quanto da lassù, dalla pace celeste in cui siete immersi, il filo che lega le vostre anime al nostro mondo sia flebile, ho deciso di scrivervi questa lettera.Sento di non poter più attendere altro tempo per farlo. Sento che è giusto scrivere adesso. Sento di farlo come uno dei 60mila che in quei giorni piansero e chiesero giustizia.In quei giorni, pensammo e facemmo nostrele parole di Martin Luther King: “Mai saremo soddisfatti se non quando la giustizia scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.”Lo giurammo ai Vostri cari, alle bambine e ai bambini di questa Città, alle loro famiglie, a noi stessi. Gridammo: sia fatta giustizia! Giustizia, e non vendetta. Sapete, il processo sta volgendo al termine. Il Pubblico Ministero ha concluso, ha chiesto dieci anni per il responsabile, che al netto di benefici e buone condotte potrebbero ridursi ancora, e non di poco. Dieci anni, cinque per Te, Alessio, e cinque per Te, SImone. Omicidio stradale plurimo, riduzione premio per la scelta del rito abbreviato.Martedì, un Tribunale della Repubblica emetterà la sentenza. In nome del popolo italiano. Dunque, di tutti noi. Da martedì in poi sarà come se quella sentenza portasse le firme di una famiglia, quella dei D’Antonio, che ci ha insegnato in questi mesi a quale culmine possa arrivare la dignità umana; di migliaia di ragazzini che hanno sfilato piangendo. Di tutti noi che abbiamo gridato giustizia. Che, invece, d’un colpo, saremo costretti a svegliarci e a doverci accontentare del diritto. Forse penseremo alle immortali parole di Lev Tolstoj: “Le leggi non possono servire una vera giustizia.”Cari Alessio e Simone, da alcuni giorni sono in pena, e penso di non essere il solo. Sono in pena non perchè da parte mia, per quel poco che io ne sappia, ci siano dubbi sulla richiesta del Pubblico Ministero, della cui correttezza formale non ho elementi per dubitare.Sono invece in pena perché, ricordando lo strazio di quei giorni, quel fuoristrada con le mazze da baseball nel bagagliaio, quegli uomini con una missione da compiere, quei corpicini riversi sull’asfalto, e pensando poi a “10 anni” temo che quella sentenza che martedì sarà pronunciata da Giudici chiamati ad applicare leggi non da loro create, e che anche per questo da Cittadini rispetteremo, non apparirà alla nostra Comunità come il trionfo della Giustizia, ma come la sua resa al Diritto. Il trionfo dell’ingiustizia, scrisse Platone, è di sembrare giusto senza esserlo. Quante ingiustizie sono state perpetrate al grido di “giustizia è fatta” osservò il grande Roberto Gervaso.Cari Alessio e Simone, se non saremo riusciti a renderVi Giustizia, perdonateci fin d’ora. Quel giorno, in quell’aula, alla lettura della sentenza, saremo tutti presenti, almeno idealmente, e non solo in quanto il Comune sia parte civile. Quel giorno, abbracceremo ancora i D’Antonio, ancora ci stringeremo come un unico corpo. Ancora, se necessario, grideremo sia fatta Giustizia, e se non sarà possibile averla sulla terra, allora lo grideremo al Cielo.

Piero Gurrieri

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