Economia della disuguaglianza

Joseph Stiglitz premio Nobel per l’economia nel 2001, scrive sulla rivista “Le Scienze” in riferimento alla economia della miseria, che l’analisi del problema della disuguaglianza non potrà mai essere al di sopra delle classi, né politicamente neutrale, ma sempre e solo legata ad una classe: o a quella operaia, o a quella borghese. Stiglitz, sottolinea che l’economia truccata è motore di sperequazione e povertà. “ Nei paesi occidentali più sviluppati, si è raggiunto il più alto livello di diseguaglianza mai visto prima, non certo per leggi di natura, ma per leggi economiche. I mercati non esistono nel vuoto, ma sono plasmati da norme e regolamenti che possono essere progettati per favorire un gruppo a discapito di un altro. Il sistema economico, scrive il premio Nobel, è truccato dal predominio dell’alta finanza e dalle multinazionali ereditarie di cui lo stesso Trump fa parte…nella maggior parte dei paesi avanzati, la diseguaglianza è cresciuta per fattori come la globalizzazione, il cambiamento tecnologico e il passaggio a un’economia di servizi, ma il suo aumento negli Stati Uniti è stato il più rapido, secondo il World Inequality Database. Questo, perché, dice Stiglitz, sono state riscritte le regole per renderle più favorevoli ai ricchi e svantaggiose agli altri.

Alle grandi aziende è stato permesso di esercitare maggiore potere sul mercato, ma l’influenza dei lavoratori è diminuita. Tassazione e altre scelte politiche hanno favorito i ricchi”. Le considerazioni del premio Nobel nascono da una analisi attenta delle dinamiche economiche e delle leggi approvate negli ultimi decenni.

Da tali analisi e comparazioni emerge in modo chiaro l’aumento delle diseguaglianze e della povertà, nello stesso tempo, l’aumento esponenziale della ricchezza. Ricchezza concentrata nelle mani di pochissimi super ricchi. Più ricchezza per pochi, più povertà e diseguaglianza per molti. Ma la crisi del 2008, in cui gli stessi banchieri che hanno portato l’economia globale sull’orlo del baratro con prestiti predatori, dice ancora Stiglitz, manipolazione dei mercati e altre pratiche antisociali, ne sono usciti con bonus milionari, mentre milioni di americani perdevano lavoro e casa, decine di milioni di persone in tutto il mondo capitalistico soffrivano per causa loro. Nessuno di questi banchieri ha dovuto rendere conto delle sue malefatte. Il capitalismo fagocita fino a distruggere il sistema stesso che lo tiene in vita. Talmente è ingordo di ricchezza che ingoia tutto, anche se stesso.

La diseguaglianza, la povertà, la miseria, sono figli legittimi di questo capitalismo selvaggio, di questo sistema economico che ripudia etica e morale. Il capitalismo-ricchezza non ha compassione per nessuno, neanche per se stesso. La forza del cambiamento di questo sistema economico è nelle mani dei movimenti globali che sapranno indicare nuove strade, iniziando dalla solidarietà, dalla fratellanza e dalla uguaglianza.

di Claudio Caldarelli

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