IL SEGRETO DI DANTE, un libro- guida per un viaggio dentro l’Uomo

Ha ancora senso leggere la Divina Commedia, studiarla sui banchi di scuola? Dopo sette secoli siamo cambiati rispetto all’uomo che era Dante?  “Siamo ancora strani esseri incerti e indecisi tra il bene e il male. Capaci di costruire bellezza con l’arte e di avvelenare il mondo con altre attività; di fabbricare grattacieli ed astronavi e distruggere il pianeta su cui viviamo; di scrivere la dichiarazione dei diritti dell’uomo e di calpestarli ogni giorno; siamo capaci di sfruttare la potenza dell’atomo, ma impotenti di fronte all’endemico ripetersi di guerre e genocidi. (…) Anche noi, come Dante, siamo smarriti nella selva oscura di questa vita.” Mentre la tecnologia in tutto questo tempo ha fatto passi da gigante, l’umanità è rimasta al palo. La strada per la diritta via non l’abbiamo trovata, né abbiamo in tasca una carta geografica che ci guidi e che ci consenta di svegliarci tutte le mattine capaci di affrontare quel gomitolo di contraddizioni che è la vita. Ci resta la Divina Commedia, quella mappa di Dante, nitidissima, che ancora può essere utile a chi prova a mette ordine nella complessità del mondo.

Dante ha preso l’endecasillabo, un verso di undici sillabe, con l’accento sempre sulla decima.  A metà ha concesso un fiato, un’esitazione, un respiro. Ha disposto accenti che producessero musica con le parole. Ha incardinato gli endecasillabi in terzine (quanto gli piacevano i numeri…) incatenando le rime. E su questa base complicata e perfetta ha  pensato di tracciare tutto il suo mondo: la vita, la politica, l’odio, la rabbia, la speranza, la nostalgia, lo studio, la scienza, le conoscenze. Una mappa di quattordicimila e passa versi che possa servire ad attraversare un mondo sconosciuto senza avere paura.

E non solo.

Se siamo disposti ad esaminarla più a fondo, a seguirla come schema per un viaggio personale di rinascita interiore, il libro “Il segreto di Dante” ce ne riconsegna il significato più nascosto. Perché dietro la Divina Commedia c’è un lavoro infinito di sintesi, con una capacità tecnica di altissimo livello, che approda all’invenzione di una lingua assolutamente nuova, l’italiano, capace di muoversi su più piani e rivelare anche quello che altrimenti non si potrebbe dire. La lingua nuova di Dante aspira quindi ad avere la sacralità di un testo religioso e la potenza necessaria a trasmettere anche un linguaggio spirituale.

Alcuni dei suoi versi, a ben guardare, svelano un sovrasenso per iniziati: dietro ” il velame delli versi strani”, un insegnamento  esoterico i cui passaggi appaiono evidenti soltanto per chi li sa cercare.

La vita non è in rima. E’ una faccenda molto, molto più complessa.

Per questo motivo, sotto traccia o sovra testo, Dante cuce nella trama dei versi un linguaggio occulto,  seminando gli indizi di un viaggio iniziatico, un viaggio dentro l’uomo che trascende i sensi e lo rende capace di oltrepassare i limiti dell’umanità, di raggiungere la perfezione attraverso una esperienza prima di catarsi, poi di sublimazione. L’Uomo-Poeta non procede più soltanto per passi in avanti, ma trova la  spinta necessaria per compiere finalmente il passo in alto verso Dio, un’esperienza d’amore totalizzante, talmente rivoluzionario  da necessitare di un velo protettivo. Non tutto Dante poteva svelare. Non erano i tempi adatti, molti non avrebbero capito. I legami con la tradizione alchemica, le vie iniziatiche, l’esoterismo cristiano, il mistero dell’ordine templare…tanto doveva restare segreto, o per lo meno comprensibile a pochi.

Ma il segreto di Dante è un tesoro che non può restare senza proprietari. Se davanti a noi c’è un viaggio pericoloso da percorrere. Se la nostra meta è attraversarlo migliorandoci… allora possiamo affidarci alla competenza dell’autore del libro nei riguardi delle “segrete cose” e cercare insieme a lui tra i versi di Dante il percorso nascosto di trasformazione che può condurci “oltre”, a quel “trasumanar”  che solo ci accosta e ci assomiglia a Dio. Un Dio che contiene in sé un lato femminile, bello e onnipotente, che misterioso ci guarda con gli occhi dell’ Annunziata di Antonello da Messina scelta -non a caso- come immagine di copertina.

“Il segreto di Dante” è un libro interessante, frutto di una scrittura onesta, senza accademismi o illusioni fra iniziati. Ricco di riferimenti  alle culture dentro e fuori il bacino mediterraneo, guarda con attenzione al mondo dell’esoterismo e della filosofia, passa attraverso Seneca, Kant, l’ascetica musulmana, la cultura ebraica , la medicina, l’astronomia e la fisica. Si muove attorno alla Divina Commedia come un mandala al cui centro confluisce la molteplicità del sapere riguardo l’Uomo che contiene in sé la scintilla del divino, l’Uomo che è Uno e tutte le cose ha nascoste dentro di sé, che in sé tutto contiene, il cielo e le altre creature.

L’autore, Cesare Pirozzi, laureato in medicina, specialista in chirurgia generale e chirurgia pediatrica, ha tenuto con sé Dante dai tempi della scuola, leggendolo e rileggendolo, cercando tra le righe quel senso nascosto che a tratti sembrava trasparire sotto il velo dei versi. Da cinque anni la sua ricerca di quel significato “altro” si è fatta più consapevole e più matura in questo testo che si propone come una “Guide Bleu” per chi la mappa in versi di Dante l’ha vista solo a scuola, ha capito vagamente  che portava a un tesoro e adesso ha voglia di andarselo a cercare, di iniziare a costeggiare l’indicibile della Commedia.

di Daniela Baroncini

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