Masse e dignità

L’uccisione di George Floyd, l’uomo di colore disarmato, bloccato a terra e soffocato da un ufficiale bianco a Minneapolis, ha scatenato un forte movimento di protesta e di solidarietà e portato in piazza migliaia di persone negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

L’assassinio di Floyd e la risposta globale che ne è conseguita hanno messo in luce quanto il razzismo sia radicato e diffuso nella società americana e come le reazioni di massa alle politiche oppressive utilizzate dai regimi violenti, autoritari o d’occupazione seguano in ogni luogo – dalla Palestina occupata al centro dell’Impero – le stesse dinamiche.

Ovunque, donne e uomini poveri e maltrattati dalle élite politiche e disillusi da una politica fatta di impegni di cambiamento mai mantenuti, alla fine sono costretti a scendere scendono in piazza per esprimere, nell’unico modo a loro disposizione, la rabbia e la disperazione di vite sempre esposte al sopruso.

Spesso la scintilla è l’uccisione immotivata di un civile per mano della forza pubblica al servizio del potere. Una morte ingiusta, e dalla quale nessuno è sicuro di sfuggire, che spinge le masse a ribellarsi alle umiliazioni patite e a rivendicare l’aspirazione a quella dignità tanto ambita quanto negata.

Generalmente i governi oppressivi rispondono alle proteste contro la violenza mettendo in campo ancora più violenza. E la reazione iniziale del presidente Trump è, in questo senso, da manuale.Alla repressione si accompagnano spesso anche parole che sembrano andare incontro alle proteste dei cittadini.  Il guaio è che a quelle promesse, ripetute stancamente per decenni, non crede più nessuno.

I mezzi di comunicazione di massa, da parte loro, concentrano l’attenzione del pubblico sulle folle che scendono in piazza, sui loro scontri con la polizia e, soprattutto, sugli attesi atti di vandalismo mentre evitano accuratamente di portare l’attenzione sulle condizioni di vita, sulle discriminazioni e sugli abusi di potere che sono all’origine della rivolta.

Solo un potere cieco e costituito per la conservazione dello status quo risponde alle richieste di dignità, di uguaglianza e di libertà dalla violenza pubblica con lacrimogeni, idranti e manganelli.

Solo un’informazione mainstream, che di quel sistema è parte costituente, allontana lo sguardo dalle cause strutturali del disagio e della protesta.

Se gli Stati, a partire dagli USA, non vorranno o non saranno capaci di sradicare quelle strutture di potere razzista che privano milioni di cittadini della loro dignità queste masse, altrimenti impotenti e che nulla hanno da perdere, non potranno che continueranno la loro lotta.

di Enrico Ceci

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