Stiamo morendo…

Nel mare nostrum, al largo delle coste libiche, le urla disperate di centinaia di migranti, profughi, nostri fratelli, nostri sorelli, vengono sospinte dal vento fin nelle nostre orecchie. E noi siamo indifferenti a queste grida di aiuto. “Stiamo morendo…” è l’urlo che lacera le nostre carni. Una lama affilata di coltello, l’urlo disperato delle madri che vedono morire i propri figli, di fame e sete, che affogano, senza che nessuno protenda una mano per aiutarli. L’indifferenza uccide, anzi affonda barche, barchini e barconi. L’indifferenza uccide più delle armi, più della fame. Scrive Alex Zanotelli su il manifesto del 28 luglio: “Non si può rimanere in silenzio davanti a quanto sta succedendo nel Mediterraneo, frutto amaro di scelte politiche scellerate sia da parte dell’Europa che dell’Italia.

Non è umano restare insensibili di fronte a tanto dolore. È vergognoso che il corpo di un migrante incastrato in un gommone, da oltre tre settimane vaghi per il Mediterraneo, senza che nessuno lo raccolga. Non trattiamo così neanche i cani. Quel corpo vagante è lì per ricordare che in quel mare sono sepolti dai cinquanta ai centomila corpi di profughi. Come non ricordare la fotografia in fondo al ,are di una mamma che stringe ancora la mano del suo bimbo. Stiamo assistendo in silenzio a un genocidio perpetrato dall’Europa che usa l’Italia per questa sua politica “necrofila”…da quindici giorni il Mediterraneo è privo di soccorsi e di informazioni. Da qui si capisce che razza di politica migratoria il nostro governo sta portando avanti…noi continuiamo a gridare chiedendo al nostro governo l’abrogazione dei Decreti Sicurezza, del memorandum Italia-Libia e del decreto che chiude i porti italiani per la Covid, nonché della SAR libica. E chiediamo altresì al governo Conte di smetterla di vendere armi all’Egitto, alla Turchia e alla Libia, ma che trovi finalmente una seria politica di vera cooperazione per permettere ai popoli impoveriti di rimanere in piedi”. Nell’attesa  che la politica italiana e europea  salvi i migranti, il vento continua a soffiare forte, nelle nostre orecchie, l’urlo dei nostri fratelli che affondano: stiamo morendo…

di Claudio Caldarelli

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