Cristina Cattafesta, una donna dalla parte degli ultimi

Cristina Cattafesta ci ha lasciato, se n’è andata il 7 agosto, a soli 64 anni,  determinata nelle sue scelte fino all’ultimo. Ha lasciato un grande vuoto, ovunque sia passata, perché non c’era situazione disperata di cui lei non si facesse carico.

La ricordiamo attraverso le parole di chi l’ha conosciuta.

Cristina era una donna forte, sempre dalla parte degli ultimi. Ha fatto molto, soprattutto per le donne afghane, fin dai tempi dei taleban quando nel 1999 ha fondato il Coordinamento italiano di solidarietà con le donne afghane (Cisda).

Cristina lascia, insieme ai ricordi di chi ha vissuto con lei esperienze indimenticabili, una grande eredità: l’amicizia con tante donne, di diversi paesi, che ha fatto conoscere al mondo della solidarietà italiana, costruendo legami che dovremo mantenere e coltivare.

Lei con la sua solarità non aveva difficoltà a stabilire rapporti. Non solo per le donne afghane, Cristina si metteva in gioco con tutti i suoi contatti per le donne algerine o curde senza risparmio, con estrema generosità. C’era sempre, potevi contare su di lei per qualsiasi causa anche disperata, come succede spesso a chi si schiera con gli ultimi, e c’era con il suo sorriso, il suo ottimismo. Che a volte non bastano, come due anni fa quando è stata fermata dalle autorità turche mentre stava monitorando le elezioni. Anche dietro le sbarre però era riuscita a fare tesoro della sua esperienza, mentre la solidarietà suscitata era la testimonianza del riconoscimento per il suo impegno. Ma non dobbiamo solo pensare al vuoto che ci lascia quanto al suo sorriso e alla sua determinazione che richiedono un impegno per non abbandonare i progetti che ci ha lasciato. I suoi obiettivi devono andare avanti attraverso le tante persone che ha conosciuto e aiutato. E’ anche questo un modo per continuare a farla vivere.

Le sue amiche del Cisda la ricordano così:

Cristina, ci hai lasciate. Dopo una malattia dolorosa, intensa e rapida, tanto da non consentirci di realizzare cosa stesse accadendo. Né, per tante, di abbracciarti, un’ultima volta. E, nel dolore, ci siamo rifugiate nelle numerose immagini dei momenti che ciascuna di noi ha condiviso con te, tra decenni di attività politica in Italia, appuntamenti in giro per l’Europa e dozzine di delegazioni nel paese dove tu, per prima tra noi, hai lasciato il cuore. L’Afghanistan. Immagini, sempre, di sorrisi e complicità, rassicuranti e divertenti, nonostante le difficoltà di certi impegni, che ci hanno legate profondamente. Come compagne, come amiche. Siamo unite dall’importanza che ha la storia di ogni persona: sei stata capace di accogliere e sollecitare il bello, di tessere reti e creare ponti, oltre ogni confine e durata nel tempo. Hai raccolto sogni adolescenti e li hai trasformati in realtà, con spontaneità e vicinanza, schiettezza e sensibilità. In tante abbiamo affidato a te le nostre difficoltà se non, talvolta, un pezzo di vita, e tu le hai fatte tue, mostrando una cura e un’umanità che raramente si incontrano. Ci lasci, in un tempo sospeso, con un’eredità collettiva immensa: ci impegneremo a custodirla, strette intorno alla tua presenza indelebile, alla tua mancanza incolmabile”.

Un ricordo bellissimo per questa donna speciale che ha vissuto la propria vita intensamente, con rara generosità, coraggio e determinazione, fino alla fine.

Tentare di raccogliere il suo testimone sarà il più bello dei regali che si possa fare a Cristina e al mondo intero.

di Stefania Lastoria

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