UNA NOTTE DELLA REPUBBLICA 2.0

Nelle scorse settimane mi hanno fatto riflettere alcune notizie insolite presenti sui media, certamente diverse da quelle abituali.

La prima è l’attenzione data dalla stampa internazionale al completamento e all’inaugurazione del ponte di Genova.

Così in prima pagina il “The New York Time” ha commentato con ammirazione l’avvenimento come un atto d’orgoglio nazionale, anche con qualche timore dei genovesi per il rilancio dell’economia del territorio.

Così ugualmente Le Monde ha titolato che l’Italia ha fatto del cantiere il simbolo della sua rinascita, con i lavori realizzati in un clima di concordia “inhabituel”…

Mi ha fatto piacere che per una volta la stampa internazionale si sia interessata di fatti nostri in modo importante. Troppe volte le notizie italiane (e non gradevoli) compaiono solo nelle pagine interne!

La seconda, una vera novità, è la pubblicazione, da parte de Il Manifesto, del volume: Papa Francesco “Terra Casa Lavoro Discorsi ai movimenti popolari”.

È una novità importante, è la prima volta che nella politica italiana di sinistra si propone, si fa riferimento al progetto profetico di Francesco, l’uomo venuto dalla fine del mondo a proporre una società fondata sulla solidarietà e sull’amore, non più sul profitto e sullo sfruttamento.

La terza è il giudizio sulla politica Usa nella pandemia.

L’ha riportato, pensate un po’, L’Osservatore Romano: “L’America è nel mezzo di una «catastrofe sanitaria». Non ha utilizzato mezzi termine James Clyburn, presidente della commissione speciale del Congresso Usa”.

E un giudizio analogo si ha da una fonte interna, ancora il “New York Time”, che comunicando l’apertura di una rigorosa inchiesta ha ricordato che molti paesi nell’affrontare la pandemia hanno commesso errori, ma che gli Usa sono l’unica nazione importante che così a lungo ha attuato una politica dissennata.

Ma la riflessione più importante e più amara, a fronte dei fatti affrontati come sopra con rispetto della verità, è quella che ci viene dalla situazione italiana, dove l’informazione è sistematicamente viziata da motivazioni elettorali.

Me l’ha posta il ricordo di   Sergio Zavoli e del suo rigore nell’affrontare, come ne “La notte della Repubblica” le trame più profonde e più contro la nostra democrazia (vedi Gelli e c.).

Ho affiancato quel ricordo alle parole durissime del Presidente Mattarella contro le menzogne, le resistenze, i depistaggi che tuttora si frappongono ad avere la verità profonda sulla regia di fatti come lo stato-mafia, la stragi di Bologna e l’eccidio di Ustica (uniti nel ricordo dal Presidente il primo agosto), le connivenze strutturali nelle istituzioni militari, nella magistratura, nei servizi segreti, nell’orchestrazione della stampa.

In qualche modo, mi sembra che una sorta di P2 sia nuovamente all’opera nella società italiana, e che sia e possa essere più virulenta in un momento in cui la risposta di rinnovamento del pur debole governo potrebbero riportare al centro della nostra società la persona e non il profitto, il lavoro e non il capitale.

E come speranza ferragostiana ho la speranza che alla orchestrazione della stampa possa contrapporsi una risposta di onestà, di una informazione di verità, una “Notte della Repubblica 2.0”.

di Carlo Faloci

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