XV GIORNATA PER LA CUSTODIA DEL CREATO

silviaUN NUOVO UMANESIMO ALLA LUCE DELLA “LAUDATO SI” DI PAPA FRANCESCO

Il Forum organizzato dall’Associazione Rocca dei Papi di Montefiascone è stato condotto dai giornalisti Maria Leitner (conduttrice Rai) e Fabio Zavattaro (vaticanista e direttore scientifico del Master di giornalismo della LUMSA), con gli interventi di Mario Morcellino (commissario AGCOM), Davide Demicheli (documentarista e giornalista, autore della trasmissione RADICI) e con la partecipazione di personalità della Curia Romana quali, Mons. Fabio Fabene sostenitore ed organizzatore del Forum, il Vescovo di Viterbo Lino Fumagalli, Mons. Ambrogio Spreafico (Vescovo di Frosinone-Veroli- Ferentino), Padre Paolo Benanti (docente di tecnologia presso la Pontificia Università Gregoriana), Card. Peter Turkson (Prefetto Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale)

Gli interventi della giornata basata sull’ ecologia integrale e intitolata “indietro non si torna”, hanno toccato temi attuali e scottanti, quali le emergenze ambientali e le relazioni tra scienza, tecnologia, biologia ed etica. Importanti sono stati i suggerimenti contenuti nell’ enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco sull’umanesimo integrale alla luce della quale è stata basata l’intera giornata: ritrovare l’armonia perduta e di conseguenza il modo in cui l’uomo debba obbligatoriamente cambiare rotta ed impostare la sua vita nel rispetto della terra che ci ospita. Partendo quindi dalla Bibbia e dalla descrizione della creazione nei primi capitoli della Genesi, in cui Dio concede la terra (Adamà) ad Adam per custodirla in armonia con il resto del creato, con piante, frutti, fiori ed animali, si giunge alla importanza del termine usato in quelle pagine, ovvero “essere custode”. Ebbene viene sottolineata la gravità dell’errore primordiale, dove l’uomo ha completamente frainteso il compito affidatogli dal creatore: non dominatore del creato, ma custode. Purtroppo, tra i vari difetti dell’uomo, c’è senz’altro quello di capire male, di fraintendere, di cantarsela e suonarsela a suo piacimento, ma soprattutto quello di pensare esclusivamente a sé stesso, senza considerare gli altri.  Il suo innato egoismo ha rotto quel mirabile equilibrio primordiale, ideato perfetto e senza difetti, infatti, questi primi capitoli contengono una grande sapienza poco compresa: non siamo i padroni della terra, ma siamo parte di un organismo in equilibrio e siamo connessi al creato e a tutte le sue creature. Connessi quindi, essere parte di qualcosa che ci comprende, inglobati in un meccanismo perfetto da curare con rispetto, un creato armonico nella sua diversità. Bello l’intervento di Mons, Spreafico sulla “dignità della diversità” nel quale ha sottolineato l’importanza della diversità all’interno del creato, la diversità accettata come cosa da proteggere e mantenere e non da eliminare, da uniformare ed appiattire. La visione sbagliata è anche in relazione all’eccesso antropocentrico che ha stravolto quella armonia ideata da Dio, per esempio, lo stravolgere il senso del verbo “dominare”, che in ebraico viene utilizzato anche per descrivere il compito del pastore, ovvero un custode, colui che si prende cura del gregge, una guida e non un dominatore, come lo intendiamo noi.  Anche l’intervento di padre Benanti è stato illuminante per comprendere l’immenso valore della “complessità”, che non è solo la somma delle parti, ma soprattutto è unione particolare e irripetibile, nel caso della ecologia integrale, l’obiettivo è quello di valorizzare ogni aspetto delle singole parti.

I relatori aggiungono dati allarmanti da prendere in considerazione: gli 80.000 morti l’anno per inquinamento atmosferico sono sicuramente un numero esorbitante per chi dovrebbe essere custode della terra e non vittima.  Purtroppo, la cultura dell’usa e getta, la cultura dello scarto, dell’abbandono, dell’ambiente condizionato all’eccesso hanno deviato la giusta rotta, l’idea di utilizzare la tecnologia come unico strumento in grado di rendere la nostra vita migliore, ci ha davvero fatto fare un passo avanti? Siamo sicuri che affidare ad X o ad Y l’accensione delle luci di casa o la scelta dei brani musicali sia una scelta vincente? Bisogna necessariamente riscaldare d’inverno e raffreddare l’estate le nostre case a temperature innaturali? Sapremo in futuro come smaltire i milioni di batterie che oggi promuoviamo come ecologiche? Sappiamo da dove vengono presi i materiali per costruire queste batterie? Tutti punti interrogativi che sottolineano il meccanismo che ha drasticamente peggiorato le condizioni di vita del pianeta e che ci ha portato al “punto di non ritorno”: abbiamo previsto le conseguenze del nostro comportamento e delle nostre scelte di vita?  Dalla conferenza di Rio sui cambiamenti climatici nel 1992, all’enciclica “Laudato Si” di cinque anni fa, abbiamo avuto il tempo per ragionarci sopra, la questione ambientale è un vero problema che senza l’apporto di ogni abitante di questa terra, non potrà essere risolto. Ognuno di noi ha l’obbligo, dopo essere venuto a conoscenza dei danni causati, di guardare dentro la propria coscienza e di riflettere su come abbiamo contribuito nel nostro piccolo a peggiorare la situazione e come nel nostro microcosmo (casa, automobile, lavoro, comportamento etico) oggi si sia arrivati al punto in cui bisogna assolutamente cambiare qualcosa.

Fortunatamente parecchi interventi durante il Forum, hanno elencato le migliaia di iniziative utili a sfruttare la tecnologia ed il sapere dell’uomo, per recuperare la situazione ambientale, per esempio Stefano Arquati della RENOVO BIOECONOMY Spa, ci ha descritto come sia facilmente possibile il recupero e la trasformazione degli scarti, dal sughero alle olive, dai bio-fertilizzanti ai prodotti per l’estetica. Anche la presidentessa della Fondazione Bioarchitettura Wittfrida Mitterer, ci ha illustrato una quantità di iniziative utili al cambiamento auspicato in termini di edilizia, mentre a chiusura del Forum, l’Ing Fabrizio Ruggiero ci ha parlato di una mobilità green più sostenibile di Trenitalia.  

Ottime notizie quindi, non solo dati allarmanti, ma anche realtà nuove, innovative, corrette, rispettose dell’ambiente, che ci danno la speranza che esiste un mondo di ricerca tecnologica dietro al quale molte persone sono riuscite a creare idee di lavoro nel rispetto ambientale e territoriale, ma soprattutto nell’ottica dell’economia circolare cioè semplicemente avere proposte innovative su come riutilizzare ciò che prima veniva scartato e creava il problema di smaltimento.  Ecco quindi, che molti temi toccati nella “Laudato Si” sono stati presi in considerazione seriamente dal genere umano, da persone che si sono impegnate con coscienza, di dare un contributo reale nella vita di tutti i giorni ma anche nel mondo lavorativo. Una volta trovato l’obiettivo starà a noi il compito di fare lo sforzo di recuperare fattivamente la drammatica situazione in cui tutti, per colpa di tutti, nessuno escluso, ci troviamo al giorno d’oggi.

di Silvia Amadio

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