IL FAKE DELLA MAFIA… OSSIA IL COSIDDETTO MASCARIAMENTO DI SALVATORE CALLERI

Il fake e la mafia.

Oggi uno dei metodi che usa la mafia è quello della creazione dei cosiddetti fakes per colpire chi combatte la mafia. 

A dire il vero sarebbe più corretto  dire che la mafia usa creare fakes da tempo immemorabile. Il fake della mafia si chiama mascariamento. Ossia per i non addetti ai lavori mascariare significa rendere credibile una situazione che non lo è argomentando in un modo che sembra veritiero ma che non lo è.
 
Partiamo da un esempio basato su quanto successe a suo tempo a Giovanni Falcone. Il mancato attentato dell’Addaura. Oramai è un fatto acclarato che la mafia ed altri soggetti deviati provarono a far fuori Falcone. Ma allora subito girò la voce che essendo un attentato fallito era lo stesso Falcone che aveva organizzato il tutto. Celebre la sua frase sul punto: “questo è il Paese felice in cui se ti si pone una bomba sotto casa e la bomba per fortuna non esplode la colpa è tua che non l’hai fatta esplodere!”
 
Falcone venne attaccato anche da persone per bene, non mafiose che caddero nel tranello del mascariamento spinte anche dalle polemiche sul cosiddetto professionismo dell’antimafia.
 
Un altro metodo oggi usato per delegittimare è quello della cosiddetta inchiesta a tesi. Può riguardare sia i giornalisti che gli investigatori tale metodo. Ossia si sceglie una tesi e si arriva a confermarla con quello che sembra una vera e propria inchiesta ma non lo è… E qui affiora il mascariamento. Il giornalismo d’inchiesta così come le investigazioni serie non scelgono mai una tesi ma rivolgono la loro attenzione a 360 gradi.
 
Come difendersi da tutto ciò?
 
In primis bisogna ragionare sempre in modo freddo partendo con il confrontare i casi odierni con quanto a suo tempo successo a Falcone.
 
Strategia da me seguita più volte, l’ultima con il caso Antoci che in realtà non è assolutamente un caso perché è pacifico che abbia subito un attentato ed è pacifico che dietro ci siano i mafiosi. Ho sentito di tutto in proposito. Ma la Polizia di Stato con la sua tecnologia ed i procuratori son stati chiarissimi… Ma a qualcuno non basta. 
 
Idem con Paolo Borrometi che i soliti noti dicono che le minacce se l’è fatte da solo così come il pestaggio. Ovviamente per gli esperti del mascariamento le indagini e le intercettazioni non valgono. 
 
Ovviamente Borrometi ed Antoci sono presi di mira dai mascariatori ma sapete cosa è il bello… Che prima o poi i mascariatori son destinati a pagare per le loro azioni. 
 
La giustizia arriva, non sempre in modo veloce ma arriva, in alcuni casi è pure già arrivata.
 
Occorre quindi in questi casi tenere bene gli occhi aperti ed usare la propria intelligenza senza far mancare la propria solidarietà ai soggetti presi di mira dai mascariatori.

Salvatore Calleri
presidente Fondazione Antonino Caponnetto 
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