La lettura come tempo condiviso

Leggere è un’attività silenziosa ed è anche per questo che è affascinante. Ma con i bambini, leggere diventa un’attività condivisa, un’occasione in più per passare del tempo di qualità insieme e conoscersi meglio nello scambio fra lettura ad alta voce e ascolto.

Quando i bambini sono piccoli è imprescindibile leggere loro ad alta voce, o “a bassa voce” come sostengono i promotori del progetto Nati Per Leggere. Il bambino impara presto e leggere un libro in termini di azione dello scorrere le pagine e analisi delle immagini, ma passa del tempo prima che possa imparare a decodificare la scrittura. Quel tempo è quello della lettura degli adulti: non ci sono luoghi giusti o sbagliati, posizioni corrette o meno, voci adatte e voci non; leggere ai bambini è una questione di dedizione, semplicemente. Basta sperimentare per riuscire.

E quando crescono? La lettura, nel tempo, può diventare duplice: da un lato il bambino che legge da solo, quel che vuole, quando vuole, come vuole; dall’altro lato la lettura condivisa può rimanere una buona abitudine, positiva e gradevole tanto per il piccolo quanto per l’adulto. È questo il tempo, ad esempio, di condividere i grandi classici che magari possono essere ancora difficili da tradurre per la lettura solitaria (come “Pinocchio”) oppure per osare storie più grandi semplificate dalla traduzione che la lettura ad alta voce permette, come “Harry Potter”. Conosco un libraio che ha letto tutto “Il signore degli anelli” alla figlia negli anni delle scuole elementari.

Crescere critici, di Milena Monti (direttore del giornale per bambine e bambini Lo Spunk)

I consigli e i trucchi del direttore.

Un aiutino? “Leggimi forte” di Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini.

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