UN VOLONTARIATO REALE: TENTIAMO DI DARE LA VOCE AGLI ULTIMI

silviaCentro pastorale Santa Gianna Beretta Molla di Acilia.

Nella periferia della periferia di Roma, a San Giorgio di Acilia, sorge un centro pastorale di supporto alle famiglie con disagi e gravi problemi economici, che grazie al lavoro di frati e di volontari, si occupa di dare aiuto a chi ne ha bisogno. Al suo interno si trova, uno sportello d’ascolto, il Centro Caritas, la distribuzione di pane giornaliera, il progetto educativo per figli di ragazze madri, lo sportello d‘ascolto gestito dalle psicologhe specializzate, ma è anche sede del Progetto Mamma e del Centro Infogiovani, che dà supporto ai ragazzi con dipendenze varie,  ma di cui  parlerò più specificatamente nel prossimo articolo, dato che intendo dedicare appositamente un approfondimento, a questo genere di volontariato .

 Queste sono quindi, alcune delle varie attività che hanno base al Centro Pastorale Santa Gianna Beretta Molla, sono tutte iniziative di volontariato a supporto dei più bisognosi della zona, la maggior parte dei quali vive un momento di grande disagio, non solo perché non ha entrate monetarie ed ha finito gli ultimi risparmi messi da parte, oppure perché abita in case popolari vecchie e fatiscenti (molte di loro occupate abusivamente) spesso abitate da più nuclei familiari, che condividono spazi e disagi, ma soprattutto perché qui regna la disoccupazione, la scarsità di lavoro, la tendenza ad attività illecite come lo spaccio di sostanze stupefacenti e la quasi totale mancanza di aiuti dal comune, dai servizi sociali e dallo stato. Grazie ad un data base della Caritas, viene stilata una lista, in cui vengono inseriti i nominativi di chi ha necessità primarie, quali, ad esempio, quella basilare di mettere a tavola un piatto di pasta. Qui, infatti, ogni giorno vengono distribuiti dai volontari, cibi e prodotti di prima necessità alle tante famiglie bisognose di zona, che portano via le buste della spesa cariche di prodotti alimentari quali pane, pasta, pelati, verdure, frutta, ma anche olio, biscotti, caffè, latte e tutto quello che viene donato dai vari benefattori, che aiutano il Centro e che riforniscono il magazzino giornalmente.

Infatti, nel Centro Pastorale, gestito dai frati canossiani capitanati da Padre Stefano Lacirignola, si cerca di dare un servizio continuo, con l’obiettivo di aiutare a ritrovare il più possibile la dignità ai cittadini che, al momento, hanno perso tutto. É lui che si occupa di stilare la lista di quelli che purtroppo in questo periodo difficile, necessitano di aiuto, che gestisce i colloqui informativi per compilare le schede con i dati, che ascolta uno per uno tutti quelli che i mass media chiamano “i nuovi poveri”.  Nel Centro quotidianamente, vengono scaricati i camioncini dei vari supermercati di zona che i parroci hanno coinvolto in questa opera di beneficenza, qui vengono selezionati i prodotti, controllati e divisi in buste singole dai volontari, in modo che ad ognuno venga data la stessa quantità e lo stesso contenuto. Purtroppo, il fenomeno della mancanza di lavoro causata dall’emergenza Covid19, ha quadruplicato le famiglie che oggi necessitano non solo di aiuto concreto, ma anche di supporto psicologico, perché molte di queste famiglie, prima di marzo, magari non navigavano nell’oro, ma nemmeno erano costrette a fare la fila per rimediare un pacco spesa.

Questo improvviso vuoto, causato dalla totale mancanza di lavoro, oltre che un reale stato di indigenza, ha creato un vortice di emozioni negative che ha trascinato molta gente in uno stato di depressione molto pesante. Forse non ci si rendeva conto, che la propria identità e la propria dignità di essere umano all’interno della società, fosse così tanto legata al lavoro, che venendo a mancare all’improvviso, ha generato una serie di catastrofi piccole e grandi, sia a livello materiale che a livello psicologico ed interiore.  

Il vero dramma però, è che tante persone trovano difficoltà a chiedere aiuto, non si capacitano di come in pochi mesi, si siano ritrovate a non poter più pagare affitti, mutui, rate della macchina, bollette delle utenze, senza contare, tutto ciò che la mancanza di una entrata fissa, ha reso impossibile. Inaspettatamente milioni di famiglie si sono ritrovate a far parte di un meccanismo inarrestabile, che ha trascinato tutti a catena, nell’abisso dell’indigenza. L’effetto domino, anche qui ad Acilia, ha stravolto famiglie intere, che da un giorno all’altro si sono trovate a dover chiedere aiuto alla Caritas e al Centro Pastorale Santa Gianna Beretta Molla, per poter andare avanti. Silenziosi, sconfortati, avviliti, fanno la fila per il pacco spesa, con occhi tristi, guardando a terra, cercando di rendersi invisibili anche a se stessi, cercando di rimanere in disparte  mentre aspettano il loro turno, stanchi di tanta ingiustizia sociale, umiliati di dover subire privazioni ingiustificate, sono incapaci di ammettere il drammatico stato di bisogno in cui si sono ritrovati all’improvviso, e questo li ha resi impotenti. Persone con attività commerciali che hanno dovuto chiudere, mentre gli affitti dei locali hanno continuato ad accumularsi accrescendo i debiti, persone che lavoravano come colf o badanti e che non hanno più possibilità di impiego perché la paura di contagio ha di fatto tagliato fuori chiunque non sia un familiare stretto.

In questa zona poi, vivono centinaia di lavoratori del trasporto aereo della vicina Fiumicino, che sono rimasti senza lavoro a causa della riduzione dei voli e della scarsità dell’attività aeroportuale, insomma una moltitudine di persone che fino allo scorso marzo viveva una normalissima vita all’interno della società e che invece oggi si trova in difficoltà ed ancora non ha chiara quale sorte li aspetta nel prossimo futuro. A Santa Gianna, oltre al centro di supporto alimentare della Caritas, è in funzione anche lo sportello che fornisce capi di abbigliamento, quello che fornisce supporto psicologico, quello dedicato ai ragazzi con disagi e dipendenze (Infogiovani), ed infine il Progetto Mamma che fornisce materiale come pannolini, accessori, carrozzine, fasciatoi, abitini, scarpe e alimenti ai bambini da zero a tre anni, sostenendo soprattutto le mamme che si trovano a dover chiedere materiali per l’infanzia di prima necessità quali ad esempio latte, biscotti, omogeneizzati.

Qui le volontarie, cercano di essere, quanto più possibile utili alle mamme, offrendo un ambiente familiare, intimo e confidenziale, con l’obiettivo di creare un clima piacevole e amichevole, nel tentativo di rendere il Progetto Mamma ed il Centro Santa Gianna, quel luogo ideale in cui queste donne possano riconoscere un punto fermo, dove poter chiedere e trovare sempre, aiuto e supporto. Un luogo dove, purtroppo, le file si allungano a causa delle norme di sicurezza e della distanza di sicurezza, ma dove si cerca di fornire il massimo delle possibilità a disposizione, a chi ha perso tutto, anche la speranza. Un tentativo, insomma, per dar voce agli ultimi, per ripristinare quei valori inalienabili dell’essere umano quali la libertà, la dignità e la felicità, valori che purtroppo, senza lavoro, sono difficili da mantenere, cercando con ogni mezzo di restituire soprattutto la dignità a quelli che non avendo più nulla, si sentono finiti, senza più uno scopo nella vita e soprattutto si sentono un peso per la società.

di Silvia Amadio

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