“Caro estortore”, 30 anni fa la lettera di Libero Grassi

“Caro estortore,

volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia”.

Oggi è una data storica, ricorrono i 30 anni (10 gennaio 1991) dalla pubblicazione della lettera che l’imprenditore Libero Grassi, poi ucciso dalla mafia, inviò al Giornale di Sicilia. Una lettera che, di fatto, aprì la stagione della ribellione delle vittime del pizzo.

“Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo.Per questo abbiamo detto no al ‘Geometra Anzalone’ e diremo no a tutti quelli come lui”.

Da quelle parole, nacque la rivoluzione. Il coraggio di Libero per rendere liberi ognuno di noi!

di Paolo Borrometi

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