Cinema italiano: la mia lista dei 5 migliori film

silviaCome non ricordare un anno così funesto per la cinematografia italiana? Qualsiasi giornalista che scrive di cinema, si è reso conto che la chiusura delle sale a causa del Covid19, ha praticamente distrutto tutta la produzione cinematografica dell’anno passato. Cinquanta milioni di spettatori in meno rispetto al 2019 è un dato esaustivo e nonostante gli sforzi per seguire i protocolli di sicurezza fatti dagli esercenti e dai distributori, che hanno tentato con ogni mezzo di tenere in vita l’industria cinematografica all’insegna del rispetto dei vari dpcm, la chiusura totale delle sale, ha tagliato definitivamente le gambe al cinema italiano, esaurendo le ultime, flebili, forze rimaste. Chiaramente chi aveva un film pronto ad essere distribuito, se lo è tenuto nel cassetto, non sprecando l’occasione di farlo uscire, senza poterlo proporre al pubblico. Anche la produzione di nuove opere si è quasi del tutto bloccata per la difficoltà a girare seguendo i vari orari limite e le giornate di lock down, osservando le norme per i vari comuni gialli, arancioni e rossi, obbligati a rispettare tutte le varie forme di sanificazione, di distanziamento e di tutela della sicurezza. Insomma, una vera e propria tragedia sotto tutti i punti di vista, la morte annunciata di un mondo, dalle migliaia di maestranze lasciate a casa, alla crisi generale dei lavoratori specializzati nel settore cinematografico che sono rimasti senza occupazione.

Nonostante questa crisi mortale, il portale Cinemaitaliano.info, con il quale collaboro, ha comunque deciso, come tutti gli anni, di stilare la classifica interna dei 5 migliori film dell’anno, in base all’indice di gradimento dei suoi giornalisti e dei suoi critici cinematografici. Ecco qui di seguito la mia lista personale, ovvero i cinque film italiani che più mi hanno colpito nel 2020 e data la criticità e l’eccezionalità del particolare anno che abbiamo passato, ho deciso di premiare quei film che hanno toccato dei temi interessanti, profondi ed attuali. Ho messo al primo posto il film “18 REGALI” perché non solo ha trattato il tema della malattia e della morte, ma anche forse inconsapevolmente, anche quella della vita ultraterrena, del passaggio dalla vita alla morte e dell’esperienze premorte. Quattro interessantissimi temi su cui si potrebbe parlare all’infinito. Per quale motivo ho appena scritto “forse inconsapevolmente” hanno trattato quello delle esperienze premorte? Perché durante la conferenza stampa legata all’anteprima del film, ho potuto domandare direttamente al regista Francesco Amato, se aveva usato i riferimenti classici dell’argomento quali, per esempio il tunnel con la luce finale, che quasi tutti i soggetti che hanno avuto esperienze premorte, ricordano.

Ebbene, la risposta che mi ha fornito il regista, mi ha lasciata perplessa, perché mi ha risposto che no, non aveva voluto fare tali riferimenti, ma si era solamente ispirato ad una scena del film “Il paradiso può attendere” con Warren Beatty, mentre per quello che riguardava l’idea di far incontrare madre e figlia in un mondo in una dimensione immateriale, mi ha risposto che si era riferito a studi di psicoanalisi che confermano l’esistenza dei legami di trasmissione transgenerazionale dell’inconscio. Come era possibile aver usato tanti dettagli senza averne avuto l’intenzione? Mi ha dato una risposta a caso? Non contenta, ho domandato anche ai tre sceneggiatori (che fortunatamente avevo seduti accanto) Massimo Gaudioso, Davide Lantieri ed Alessio Vincenzotto, i quali mi hanno sorriso sornioni, evitando di darmi risposte che avrebbero messo il regista in confusione.

Nonostante sia tornata a casa con il dubbio irrisolto, ho comunque apprezzato il loro sforzo di fare un film basato su di una storia vera, in conferenza stampa era presente anche il marito di Elisa Girotto, la donna che ha scritto centinaia di pagine alla figlia che non avrebbe mai visto crescere, il quale ci ha raccontato la vera esperienza della moglie malata terminale che ha voluto pianificare anno per anno i 18 compleanni della figlia, idealizzando un regalo per ogni anno in base a quello che le sarebbe potuto piacere. La ottima idea vincente, è stata quella degli sceneggiatori che hanno pensato al modo di far incontrare madre e figlia appunto nel mondo dell’inconscio, che unita alla bravura degli attori Vittoria Puccini, Edoardo Leo e Benedetta Porcaroli, che hanno saputo interpretare perfettamente i tre personaggi di madre, padre e figlia, caratteristiche interpretative ottime, grazie alle giuste dosi di pathos con cui hanno saputo colorare la storia e che hanno permesso di  apprezzare il film e valutarlo  come il migliore del 2020 (per i miei gusti ovviamente).

Ecco la mia lista con una breve motivazione per capire perché li ho preferiti:

  1. 18 REGALI: tocca il tema scottante della morte e del passaggio all’altra vita, geniale l’idea degli sceneggiatori di inventare un mondo di mezzo dove la madre morta può incontrare la figlia e farsi conoscere da lei.
  2. IL TALENTO DEL CALABRONE: psyco-thriller italiano, regge egregiamente l’attesa dello spettatore che, anche se magari ha intuito la relazione tra i personaggi, comunque, rimane sorpreso dal finale inaspettato.
  3. FIGLI: nonostante le solite trite e ritrite espressioni della Cortellesi, il film riesce a far sorridere nel descrivere una delle tipiche patologie del matrimonio: la nascita dei figli e tutto quello che ne consegue.
  4. CAMBIO TUTTO: film leggero e senza troppe pretese, ma ben strutturato. Simpatica la presa in giro di tutto ciò che gira intorno al mondo delle pratiche olistiche: la meditazione, le tecniche antistress e i prodigiosi risultati dei guru che si arricchiscono propinando pillole tascabili di saggezza.

di Silvia Amadio

 

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