Debra Anne Haaland: la voce dei nativi

“Una voce come la mia non è mai stata membro di Gabinetto o a capo del Dipartimento degli Interni. Sarò agguerrita per noi, per il nostro pianeta e per tutte le terre protette”. Con queste parole Debra Anne Haaland, 60 anni, commenta la sua nomina a capo del Dipartimento degli Interni. Il neo eletto Presidente Usa Joe Biden, ancora prima che i fatti di Capitol Hill richiedessero tutti gli anticorpi democratici per superare l’attacco sferzato dalla falange più estrema dei sostenitori di Trump, l’ha voluta a capo di uno dei Dipartimenti che, proprio sotto la Presidenza Trump, era stato molto criticato. Negli ultimi mesi del suo mandato l’ex presidente aveva insistito per la finalizzazione di progetti che, attraverso la riduzione delle aree protette, consentivano l’esplorazione energetica e le attività di perforazione ed estrazione. Tra queste aree, il parco Bear Ears, un luogo considerato sacro dai nativi, lì sono sepolti molti combattenti indiani caduti nella lotta contro l’esercito federale. Ma che voce è quella di Deb Haaland?

E’ una voce qualificata.

Se è vero che le biografie dei politici si assomigliano tutte, quella della Haaland è un’ eccezione che conferma la regola. Nata a Winslow, in Arizona, da padre norvegese e madre nativa, si trasferisce nel New Mexico e si laurea in legge. Per pagarsi gli studi ricorre a un prestito che onorerà vendendo salsa di pomodoro; non ha mai nascosto di aver fatto ricorso all’assistenza alimentare per sé e per sua figlia. Deb Halland è una madre single. Dopo la laurea sceglie con entusiasmo la politica: inizia come amministratrice tribale di San Felipe Pueblo, sostiene entrambe le campagne del Presidente Obama, diventa Presidente del Partito Democratico del New Mexico. Nel 2018 sarà eletta, per il Partito Democratico, al Congresso degli Stati Uniti; è la prima volta che una nativa siede su quegli scranni.

E’ anche la voce più adatta.

Il Dipartimento degli Interni USA, a differenza dell’omologa istituzione italiana, non si occupa di sicurezza nazionale, ma sovraintende e gestisce i territori federali, le riserve naturali e i parchi. Tra le sue responsabilità anche le amministrazioni civili che riguardano le riserve indiane. La voce di Deb Halland è la voce che si alza da queste terre, dalle riserve, dove i primi abitanti degli Stati Uniti sono stati chiusi e ghettizzati. Sua madre viene da Laguna Pueblo, uno dei 19 villaggi-pueblo del New Mexico. I pueblo sono piccoli insediamenti di nativi che possiedono una limitata sovranità tribale in materia legislativa. Una particolarità: tutte le loro case sono costruite in adobe, un impasto di argilla, sabbia e paglia essiccato al sole. Ma c’è anche un altro elemento determinante: sono terre ricche di minerali. Il Pueblo di Lacuna è uno dei più ricchi di uranio. La Halland ha incentrato il suo impegno politico sulla necessità che vengano adottate pratiche commerciali rispettose della terra e che vengano poste in essere politiche a difesa delle sue risorse, cercando al contempo di contrastare ogni tentativo di violazione dei diritti dei nativi costituzionalmente garantiti.

La sua nomina, supportata e richiesta a gran voce dagli altri leader tribali, dagli ambientalisti, e da esponenti politici è dunque una scelta storica; ma anche una scelta opportuna e meritocratica che, ci auguriamo, delinei un nuovo indirizzo nell’amministrazione americana, più attento alle minoranze e alla tutela ambientale.

di Nicoletta Iommi

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