Le monete raccontano la storia: il solido di Onorio della zecca di Ravenna

Nel 395 d.C. la divisione tra Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente diviene ormai effettiva, secondo quanto stabilito da Teodosio che, scomparso proprio in quell’anno, assegnò l’Occidente a suo figlio minore Onorio e l’Oriente al maggiore Arcadio.

L’antica città di Roma non era più, ormai da oltre un secolo, il centro dell’impero, che, più volte frazionato e riunificato nel corso del IV secolo d.C., vide diverse città assurgere a ruolo di capitale di ogni sua ripartizione. Mediolanum (Milano) ricoprì varie volte questo ruolo prestigioso, e ancora lo deteneva quando Onorio divenne imperatore d’Occidente. Tuttavia, nel 402 d.C., ritenne la città troppo esposta alle “invasioni” dei popoli germanici, che proprio in quegli anni iniziarono le loro migrazioni attraverso i territori dell’impero. Scelse così di trasferire la corte nella città di Ravenna, più sicura e difesa naturalmente dalle sue paludi. La nuova capitale ospiterà anche una zecca, deputata alla coniazione soprattutto di moneta aurea e argentea.

Il solido in oro (nell’immagine) a nome di Onorio, datato al 402 – 406 d.C., ovvero ai primi anni di attività della zecca ravennate presenta al dritto il busto diademato, drappeggiato e corazzato dell’imperatore, mentre al rovescio, Onorio, che sorregge un labaro (stendardo) e un globo sormontato da vittoriola, calpesta un prigioniero dai tratti barbarici.

Una moneta dal forte messaggio propagandistico, che puntava a mostrare Onorio in grado di controllare la situazione che si andava delineando in quel periodo, con diverse popolazioni che progressivamente occupavano aree dell’impero d’Occidente.

Tuttavia, oggi, l’inadeguatezza dell’imperatore nel gestire la questione è un dato di fatto e proprio le sue esitazioni provocarono il sacco di Roma da parte dei Goti di Alarico, nel 410 d.C.

di Fabio Scatolini

 

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