Gratteri, operazione “Basso Profilo”

Basso Profilo, una inchiesta da 50 ordinanze cautelari e 82 avvisi di garanzia, sequestro di un ingente patrimonio e collegamento diretto Ndrangheta-politica. Il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri sintetizza l’inchiesta che vede sotto accusa Lorenzo Cesa, segretario UDC, indagato a piede libero per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso.

“Questa indagine è la sintesi di ciò che diciamo da anni: la Ndrangheta spara di meno però corrompe sempre di più, ha rapporti con il mondo dell’imprenditoria e politica. Dimostra appieno il rapporto diretto tra Ndrangheta, politica ed economia, con la consapevolezza che l’interlocutore è espressione della criminalità”. Il Procuratore Gratteri è diretto, non fa giri di parole “La sintesi è che l’imprenditore Gallo, uomo molto eclettico ed un profilo spregiudicato, ha contatti con uomini delle forze dell’ordine, della politica, con la Ndrangheta di tutto il crotonese e attraverso questi contatti riesce ad allargare sempre più e in modo smisurato queste sue attività imprenditoriali. Nelle perquisizioni abbiamo trovato milioni in contanti, orologi di lusso, auto, e parliamo di un imprenditore medio piccolo. Questa voglia di ingrandirsi lo porta fino a Reggio Calabria a rivolgersi ai De Stefano-Tegano per organizzare la campagna elettorale di Franco Talarico, lo porta a salire a Roma per cercare di ottenere appalti di livello nazionale e organizza, attraverso Talarico, un incontro con Cesa. Talarico sapeva perfettamente che Gallo andava a rivolgersi alle cosche di Reggio. Cesa e Talarico erano nello stesso partito e quindi, per ricambiare l’interesse per le elezioni politiche, ha organizzato il pranzo”.

Il direttore della Dia, Maurizio Vallone ha detto che “il volume di affari che abbiamo documentato, è assolutamente imponente. Stiamo parlando dell’esame di 1.800 conti correnti, 388 mila operazioni bancarie: il volume di affari girato in questi due anni di indagine è stato pari a 250 milioni di euro, che hanno riscontrato dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e che, ha rivelato il direttore della Dia, hanno consentito ancora oggi di sequestrare a carico di indagati un’ingentissima somma di contanti che stiamo ancora contando tanta è la quantità. Siamo quasi a un milione di euro in contanti”.

Un terremoto politico in Calabria, dove si vota tra qualche mese, ma anche a livello nazionale che doveva portare l’Udc a staccarsi da Forza Italia per dare vita ai “responsabili” in appoggio al governo.

Dopo questa indagine, il Procuratore Gratteri continua ad essere attaccato da più parti, ogni volta che inquisisce esponenti politici viene delegittimato in modo palese e subdolo,  ma lui continua sulla sua strada della giustizia e della legalità. Senza compromessi. “Con le mie inchieste non faccio politica e non sono né di destra, né di sinistra. Lo ribadisco ancora una volta”. Questo l’amaro sfogo del Procuratore a quanti cercano di delegittimarlo.

“Noi ci basiamo sui fatti riscontrati e dobbiamo procedere con le verifiche, perché quest’inchiesta rappresenta un ulteriore passo avanti nell’evoluzione della Ndrangheta nelle sue relazioni di potere, che porta un’organizzazione criminale a entrare nei salotti buoni della società grazie a imprenditori, avvocati, notai. Ci sono rapporti diretti con la pubblica amministrazione, coltivati da professionisti che hanno piena consapevolezza di avere interlocutori espressione della criminalità”. Continua il Procuratore Gratteri “È quello che avevamo visto arrivare venti anni fa: la Ndrangheta che si traveste da imprenditore. E bussa alla politica. E la politica, per lo meno un pezzo importante di essa, risponde. Aprendo la porta; ci troviamo di fronte la Ndrangheta che spara di meno e corrompe di più. Ci sono sempre più reati che riguardano il potere politico è sempre più reati che riguardano il poter economico. Ndrangheta e massoneria deviata controllano interi settori della sanità calabrese”. Per questo secondo il Procuratore capo Gratteri servirebbe “ una rivoluzione del codice di procedura penale e del regolamento penitenziario che inasprisca le pene, le nostre indagini dimostrano che delinquere e ancora troppo conveniente”.

di Claudio Caldarelli

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