Legge Zan: cosa prevede e cosa non prevede

La legge proposta da Alessandro Zan, deputato del Pd, si intitola “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. Viene chiamata anche legge contro l’omofobia o legge contro l’omobitransfobia e l’abilismo.

In pochi sanno, o si ricordano, che una legge contro le discriminazioni in Italia esiste da decenni. La legge Mancino n.122/93, che contrasta “l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti estremisti come fascismo e nazismo.

La legge Zan vuole semplicemente inserire tra le discriminazioni sanzionate dalla legge Mancino anche quelle legate all’identità di genere, orientamento sessuale e disabilità. Oltre alla parte sanzionatoria, prevede l’istituzione della Giornata Mondiale contro l’Omotransfobia e attività di formazione e comunicazione allo scopo di abbattere lo stigma contro le persone LGBTQ+.

Con la legge Mancino, ogni aggressione a sfondo razzista, magari con l’appartenenza dell’aggressore a frange estremistiche, viene considerata più grave dal nostro ordinamento, rispetto ad un’aggressione di altro tipo. La legge Zan afferma, anche alla luce delle continue aggressioni ed episodi di omofobia e bullismo omotransfobico contro giovanissimi LGBTQ+ che continuano ad accadere, che sia naturale inserire anche questo tipo di discriminazione tra quelle perseguite dalla legge Mancino. In modo che le pene siano più severe per gli aggressori che commettono reati o discriminazioni a sfondo sessuale. La legge Zan prevede condanne consistenti per chi commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. Prevede anche condanne dure per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.

La legge Zan, è un passo avanti anche se non esaurisce le problematiche legate alle questioni di genere. Non è esaustiva ma è pur sempre un passo avanti, infatti prevede l’attività di formazione, comunicazione e divulgazione per prevenire le discriminazioni che punisce. Istituisce la giornata nazionale contro lomofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfonia per promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere all’interno delle scuole.

La legge Zan, contrariamente a quanto viene detto, mistificando ciò che è scritto, non punisce la libertà di opinione. Qualsiasi persona potrà dichiararsi contro, ad esempio, al matrimonio tra coppie omosessuali. Quello che viene punito dalla legge è l’aggressione, fisica e verbale, portata in modo discriminatorio.

La legge Zan non riguarda la gestazione per altri (l’utero in affitto), non contempla l’adozione per coppie gay o simili e non istituisce il matrimonio egualitario.

Tale precisazioni sono essenziali in quanto molti esponenti della destra, FdI, Forza Italia, Lega, tendono a mistificare, confondendo con fake news e informazioni distorte, cercando di far credere che si tratti di una legge sovversiva per una fantomatica “dittatura LGBTQ+. Mentre è solo una legge di civiltà fortemente motivata dall’elevato numero di aggressioni e discriminazioni, violenze, pestaggi o suicidi indotti, solo per il fatto di essere quello che si è.

di Claudio Caldarelli

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