Appello alle nuove generazioni the economy of Francesco: i giovani, un patto, il futuro

silviaEcco che una semplice indagine, partita dalla curiosità di capire cosa si muove nel mondo dell’economia, si è rivelata una grande occasione per parlare della new economy di Francesco. Tutto parte dall’idea, da sempre mal interpretata, che l’uomo è “custode della terra”. Essere custode, sembra ovvio sottolinearlo, significa avere cura, avere a cuore, vigilare, sorvegliare, preservare dai pericoli.

Quella che Dio Padre ci ha consegnato, biblicamente parlando, è proprio l’Adamà , la terra che ci ospita, un giardino magnifico nella sua perfezione di flora e di fauna, un mondo in continua evoluzione e movimento, una perfezione spiegabile solo con la fede. Nel corso dei secoli, l’antropocentrismo ha di fatto distrutto quella idea di cura del giardino che avremmo dovuto sempre mantenere viva, ha centrato tutto l’interesse sull’uomo caput mundi, il padrone di tutto,  il dominatore e non il custode. Oggi per fortuna, le nuove generazioni stanno aprendo gli occhi, grazie al richiamo all’Ecologia Integrale fatto da Francesco nel 2015 con la pubblicazione dell’enciclica “Laudato Sì”, vi sono moltissimi giovani che hanno sposato la missione di cambiare le cose, come appunto il Programma Changemakers nato per un cambiamento radicale in ogni campo, giovani in grado di “accelerare l’impatto delle idee più brillanti degli imprenditori sociali volte a risolvere problemi diffusi, costruendo e alimentando reti collaborative”.

Un esercito di nuovi decision-makers, che salveranno il nostro pianeta dallo sfacelo generale, sono ragazzi che si stanno impegnando affinché vi sia speranza di salvezza, studenti che puntano sullo studio di una economia sostenibile, equa, non più incentrata solo sul profitto ma soprattutto sull’etica con la quale si faranno le scelte future: energia rinnovabile, economia circolare per il riutilizzo delle scorie di qualsiasi tipo esse siano, studi approfonditi sulla cultura del riciclo per riutilizzare ciò che prima veniva gettato senza scrupolo. Chi sono questi changemakers, quale è il loro scopo, quali i loro obiettivi a livello mondiale? L’idea di approfondire questo argomento mi è nata la scorsa settimana, ascoltando la lezione del Joint Diploma di Ecologia Integrale, tenuta dalla professoressa Alessandra Smerilli, dottoressa in economia oltre che sottosegretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale.

Talmente chiare e dirette, le sue spiegazioni sullo sforzo che le nuove generazioni dovranno fare per riprendere le redini di una economia, che alla fine, non ho potuto fare a meno di approfondire l’argomento e di fare qualche ricerca in più su di lei. Le avrei dato quaranta anni scarsi ed invece ne ha quasi quarantasette anni, laureata in Economia e Commercio all’Università Roma Tre, dottorato in economia politica, Phd di economia in Inghilterra, dopo una carriera di studio coronata sempre dal massimo dei voti, oggi è docente in varie università e atenei pontifici nei quali insegna economia e statistica, ma anche etica e finanza. Collabora al Master in Economia Civile e No-Profit dell’Università di Milano Bicocca ed è socia fondatrice della Scuola di Economia Civile.

Diciamo che questi sono solo alcuni dei suoi titoli e delle attività che svolge in campo universitario e sociale, ma non avrei sufficiente spazio per elencare tutte le sue attività. Papa Francesco l’ha nominata consigliera dello Stato della Città del Vaticano ed anche consultore generale del Sinodo dei Vescovi, apprezzando in lei quelle qualità tipiche di una grande mente, associate ad una grande conoscenza in campo economico, oltre che una straordinaria vocazione ed una grande fede. Consacrata suora appena poco più che ventenne nella Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la professoressa Smerilli incanta non solo studenti, ma qualsiasi tipo di audience grazie al suo eloquio fluido e privo di terminologie incomprensibili e tecnicismi difficili da capire. Ѐ grazie anche al suo prezioso lavoro, che una nuova generazione di studenti in economia, avrà la possibilità di orientare i propri sforzi per una nuova economia sociale.

Grazie alle sue lezioni, ai suoi ragionamenti e al suo pensiero ispirato alla cristianità, i changemakers avranno le competenze per cambiare il mondo. Ragazzi e ragazze attenti al nuovo paradigma di sviluppo umano integrale, centrato sul concetto che Papa Francesco continua a ripetere senza stancarsi mai, che “ogni cosa è connessa”, che nessuno si salva da solo, che l’umanità ha il dovere di educare i giovani ad una nuova spiritualità ecologica. Affidiamo quindi nelle mani dei nuovi changemakers l’onere di cambiare rotta e di portarci in salvo, porgiamo loro il timone di comando affinché la coscienza di tutti noi cambi con rapidità, perché di tempo non ne rimane molto, urge una consapevolezza che ci guidi verso nuovi atteggiamenti e stili di vita, nuove convinzioni, nuovi ideali.

Se Francesco ha lanciato la grande sfida culturale di questa conversione ecologica, spirituale e educativa, la nostra speranza è che questi ragazzi la colgano con impegno, dandoci la speranza che esista la possibilità di una generazione motivata e determinata, che riuscirà nell’intento di cambiare le cose.  Anche se anche il processo sarà lungo non dobbiamo rinunciare all’idea che la nuova economia sarà all’altezza della situazione, che questi ragazzi cominceranno a pensare al bene comune, a pensare a farsi carico dei cambiamenti necessari, a cancellare la povertà nei paesi bisognosi di aiuti, penseranno alla pace, alla giustizia tra i popoli, alla crisi ecologica e magari non saranno ossessionati, come abbiamo fatto noi finora, dal potere, dal consumismo e dal possesso del superfluo. Allora, auguriamo buon lavoro ai nostri docenti illuminati ed ai nostri studenti change-makers che cambieranno il mondo, ma anche a tutti noi che vogliamo contribuire nel nostro piccolo a trasformare le nostre vite e con loro, la nostra madre terra.

Un piccolo contributo da parte di ognuno di noi è sempre benvenuto e forse basterebbe coandividere ciò che ci suggerisce Francesco, quando ci ricorda semplicemente di seguire “il modello di san Francesco d’Assisi per proporre una sana relazione col creato come dimensione della conversione integrale della persona”.

di Silvia Amadio

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