Diseconomia sociale: un piano di disuguaglianza

Un piano di resilienza senza anima. Un piano di ripresa senza ripresa. Anzi un piano che ricalca il piano precedente senza nessun cambiamento significativo per diminuire le diseguaglianze. Mario Draghi, Presidente del Consiglio, ha snocciolato numeri, tabelle, cifre, cioè la sofferenza di milioni di persone in una situazione drammatica dalle conseguenze, sul piano umano, devastanti, come se volesse porvi rimedio.

L’illusione è durata un attimo. Tutto il suo discorso, da tecnocrate, da rappresentante di interessi bancari, da fiduciario del fondo europeo, non ha invertito la tendenza e non ha creato sorprese: tutto rimane come prima.

Non accenna minimamente alla economia sociale di Papa Francesco, eppure il “banchiere di Dio” tutte le domenica va a messa, siede in prima fila e prende la comunione. Confessa anche i suoi peccati e sì che sono tanti, commessi per mantenere lo status quo, commessi per lasciare i poveri più poveri e i migranti morire in mezzo al mare, come le 130 donne, bambine, uomini e anziani, affogati al largo della Libia e non raccolti da nessuna nave, anche se erano due giorni che chiedevano soccorso. Si, i peccati del banchiere sono tanti, e pesano sulla sua anima, come il PNRR ( piano nazionale di ripresa e resilienza) che di fatto è senza anima. Manca completamente l’anima dei pensionati al minimo, dei cassaintegrati, dei disoccupati. Manca l’anima delle donne, che non trovano lavoro, che sono violentate, che vivono una condizione di subalternità, che non vengono riconosciute per il loro valore.

Draghi, pensa al riforma della Pubblica Amministrazione, ma non dice nulla sulla riforma fiscale, che “ruba” alla povera gente più di 100 miliardi di euro con l’evasione, secondo le stime della Guardia di Finanza. Non parla, Draghi, delle riforme sociali, del salario minimo, del blocco dei licenziamenti, degli ammortizzatori sociali, non ne parla perché, forse, la domenica può scontare in confessionale i suoi rimorsi. Eppure c’è molto da fare per eliminare le diseguaglianze, per far sentire gli anziani più protetti, per rimettere al centro la questione femminile come motore di una ripartenza vera, basata su presupposti nuovi, meno maschilisti è più attenti alle diversità. Anche il DDL Zan è lasciato ammuffire nei meandri del regolamento delle Camere. Non c’è nessun segnale di novità, tutto cambia perché tutto resti uguale. Ma la pandemia ha cambiato le cose e tutto sarà diverso, anche se nessuno vuole abituarsi all’idea che il mondo è cambiato. La questione, e questo PNRR ne è la riprova, è che i poveri saranno più poveri e i ricchi più ricchi. Non ci sarà nessuna redistribuzione equa, in termini sociali, della ricchezza accumulata. Non ci sarà nessuna citazione di Papa Francesco e della sua enciclica “Fratelli tutti”, perché, anche chi va in chiesa tutte le domeniche, non si sente fratello a nessuno. Bernie Sanders ha detto che non bisogna solo garantire le risorse per la infrastruttura fisica, “ma altresì per quella umana a lungo trascurata”. Ma per farlo non bisognerebbe puntare sulla istruzione professionalizzante dei curricula, ma su quella che forma cittadini capaci di difendere i diritti umani e pensare oltre l’esistente.

di Claudio Caldarelli

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