Luana D’Orazio. Le nostre vite valgono più del profitto

Morire da operaia, risucchiata all’interno di un macchinario. Morire da sola, a ventidue anni. Morire di lavoro, nel tempo job’s act, del lavoro precario, dei contratti di apprendistato che durano anni.

Nel tempo della produzione estrema e della sicurezza a ribasso. Morire come gli operai e le operaie del ‘900 nonostante le belle parole, nonostante la retorica sulla sicurezza, nonostante tutto.

Luana D’Orazio lavorava in un azienda tessile di Oste di Montemurlo da oltre un anno, è morta in un modo inaccettabile, schiacciata all’interno dell’orditoio,  la macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che costituisce la trama del tessuto.

Nonostante i soccorsi immediati, nessuno ha potuto salvarla da una morte atroce.

La procura di Prato ha aperto le indagini per fare chiarezza sul funzionamento del macchinario, Uno dei punti su cui si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti è infatti legato al motivo per cui la saracinesca dell’orditoio sarebbe stata trovata sollevata.

La titolare dell’azienda e l’addetto alla manutenzione del macchinario sono stati indagati, oltre che per il reato di omicidio colposo, anche per rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Luana lascia un segno profondo perché la sua morte è il paradigma di una condizione che sta trascinando il nostro paese indietro ai primi del ‘900.

I numeri dei morti sul lavoro in Italia sono da shock, nel 2021 in soli tre mesi 185 lavoratori hanno perso la vita, 2 al giorno.

Una piaga che, se non si interviene in modo organico sulle condizioni del mondo del lavoro, è destinata ad aumentare con la crisi economica dovuta alla pandemia.

Ormai da anni i carichi di lavoro sono a livelli da guardia, l’aumento della precarietà è strutturale, le aziende vogliono massimizzare i profitti scaricando i costi sullo stato, cosi aumenta la disoccupazione  e la sicurezza diventa un onere troppo alto.

La morte di Luana avviene pochi giorni dopo il 1 maggio e dopo di lei ci sono stati altri incidenti mortali sul lavoro. Bisogna intervenire.

I provvedimenti devono essere presi in modo urgente garantendo condizioni di lavoro sicure e adeguate.

Non si può accettare, ancora una volta, che il profitto valga più delle nostre vite.

A Luana

Sono morta così, mentre si spendono fiumi di parole

che scivolano via come i sogni che non saranno mai

Sono morta così, mentre nelle fabbriche ancora si muore stritolati

Sono morta così, mentre voi discutete su salari da fame e i lavoratori vivono come invisibili senza un domani

Sono morta cosi, da operaia

con i miei ventidue anni e la vita che vola via tra le mani

 

di Susi Ciolella

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