Tra Donne Chiesa e Mondo la sfida della vita nel rapporto Stato ed economia

Nell’intervista integrale all’economista Mariana Mazzuccato riportata sul mensile L’Osservatore Romano, si tenta di elaborare il rapporto tra donne ed economia.

La Mazzuccato si è data una “missione possibile” che ha origine da lontano, da quando era una giovane studentessa negli Stati Uniti, figlia di italiani trasferitisi nel New Jersey per lavoro. Già allora iniziava ad interessarsi dell’impatto della tecnologia sui lavoratori meno professionalizzati.

Dopo la laurea in Storia e relazioni internazionali presso l’Università Tufts, Mariana ottiene un master e inizia un dottorato in Economia alla New School for Social Research.

Qualcosa stava cambiando in un sistema economico che aveva probabilmente perso la sua carica innovativa, non riusciva più a trovare un equilibrio tra Stato e mercato e avrebbe, da lì in avanti, generato gravi disuguaglianze, città inquinate, marginalizzazione di larghe fasce di popolazioni e, in molti Paesi sviluppati, una crescita lenta e poco sostenibile se non la stagnazione.

Ecco: da quel momento, probabilmente, la missione di Mariana Mazzucato è diventata quella di ripensare il capitalismo. E riscoprire chi davvero in un’economia moderna genera “valore”, andando alla radice teorica del concetto, ma tenendo insieme ricerca e lavoro sul campo.

I mercati sono profondamente inseriti nelle istituzioni politiche e sociali. Sono i risultati di processi complessi, d’interazioni tra i differenti attori dell’economia, incluso lo Stato.

Il bene pubblico, cioè, si costruisce concretamente attraverso la co-progettazione, recuperando il ruolo dei governi nella creazione di valore economico e sociale. Esattamente il contrario, a proposito di pandemia, di quanto sta avvenendo con Big Pharma, espressione di un sistema economico parassitario che estrae valore sociale mentre produce profitto economico.

L’intervista avviene per telefono ai primi di marzo, quando Londra è in pieno lockdown. Mariana pubblica ogni tanto sui social network qualche istantanea della città deserta. La crisi sanitaria e sociale alimentata dal Covid-19 genera anche un rinnovato impegno a ripensare il nostro modello di sviluppo in cui, troppo spesso, si socializzano i rischi e privatizzano i guadagni.

Occorre andare alle fondamenta del modello di valore, standardizzarne tutta la catena, fino all’analisi di come le grandi aziende distribuiscono o estraggono il valore. Un colosso come Pfizer è un buon caso di studio in tal senso: Pfizer è riuscita a produrre in poco tempo un ottimo vaccino, distribuendo così valore, ma a monte, con le operazioni di buyback (riacquisto di azioni proprie) o la geografia societaria per pagare meno tasse, lo estrae finanziariamente dal sistema economico. Detto in altro modo: «Per un reale cambiamento dobbiamo andare oltre i singoli problemi e sviluppare uno scenario che ci permetta di plasmare un nuovo tipo di economia: quella che lavorerà per il bene comune». Non è abbastanza, cioè, arrivare a misurare e includere in quella che chiamiamo crescita il valore implicito del lavoro non pagato per la cura del prossimo, l’istruzione, la comunicazione gratuita via internet. Non è neppure abbastanza tassare la ricchezza o misurare il benessere: «La sfida più grande è definire e quantificare il contributo collettivo alla creazione di ricchezza, in modo che sia meno facile per l’estrazione di valore passare per una creazione di valore».

Mariana racconta che il prossimo libro lo vorrebbe dedicare a unire il tema della cura a quello dell’innovazione. Per mettere l’innovazione al centro dello Stato sociale.

Una sfida per una mente femminile, capace di tenere insieme dimensioni diverse. «Per avere uno sguardo femminile sull’economia — precisa — non basta e non serve naturalmente solo essere donne. Si tratta piuttosto di estendere quelle tipiche capacità di accudimento per i bambini, per gli anziani, per la famiglia alla necessità di curare la comunità, il lavoro, la Terra stessa». Sono i temi sviluppati sul piano antropologico e teologico da Papa Francesco nelle ultime due encicliche Laudato si’ e Fratelli Tutti. «Un riferimento profetico — sostiene Mazzucato — per comprendere la differenza tra bene pubblico e bene comune. E per il necessario cambio di paradigma economico».

Già, perché anche l’economia è fatta di storie. O meglio, ci sono storie in grado di influenzare l’economia. Probabilmente risolvere le difficoltà sociali che abbiamo davanti a noi oggi è più difficile di quanto possa sembrare, ma nulla vieta di provarci.

Anzi dobbiamo farlo come primo passo per affrontare insieme i problemi concreti di tutta la società con l’obiettivo a lungo termine di pervenire ad uno sviluppo davvero sostenibile, meta che dovrebbe essere già chiara e indicata nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Perché solo ciò che si ritiene realizzabile lo diventa sul serio.

di Stefania Lastoria

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