Strage degli innocenti

Bambini. Corpo di bambini. Piccoli. Troppo piccoli per morire. Troppo piccoli per essere abbandonati su una spiaggia. Corpi di bambini piccoli. Morti annegati, trascinati alla deriva su una spiaggia. Affogati tra le onde del mare libico e abbandonati sulle spiagge libiche. Queste le conseguenze degli accordi dell’Italia con la Libia.

Le foto pubblicate da Oscar Camps, fondatore di Open Arms, sono eloquenti, raccontano il dramma disumano dei migranti rinchiusi nei campi lager della Libia. Raccontano di come vengono fatti morire, sui barconi che si capovolgono, i bambini, le donne, i migranti in fuga dalle guerre d’Africa e dalle carestie. Muoiono. A decine. A centinaia. A migliaia. Muoiono e i loro corpi, corpi di bambini, rimangono dimenticati sulle spiagge, coperti di sabbia, alla mercè dei gabbiani, dei corvi, degli animali che spolpano le carni. Succede qualcosa di terribile, a cui non siamo abituati. Succede qualcosa di terribile, che ci viene nascosto. Succede, nella indifferenza dei governi, italiano e della Europa intera. L’Europa della finanza e della economia di mercato, vuole solo che il capitale aumenti la ricchezza e finanzi i consumi superflui, lo spreco, senza pensare ai popoli. L’Europa dei popoli non esiste, non è mai nata. L’Europa dei popoli è una meteora lontana e  più si allontana più si rafforza l’Europa egoista, individualista, capitalista, che uccide, con l’indifferenza, migliaia di bambini e abbandona i loro piccoli corpi tra le sabbie del deserto libico. Un nuovo olocausto, di cui tutti conoscono come si consuma, ma nessuno stato “libero e democratico” interviene per porre fine a questa disumana barbarie del nuovo secolo.

“Alcune persone sono state disumanizzate e la loro morte non fa più male” dice Oscar Camps mentre commenta le foto da lui pubblicate dei cadaveri di bambini restituiti dal mare sulla spiaggia. Le immagini sono arrivate sul tavolo del Consiglio d’Europa, ma non hanno prodotto nessuna reazione, solo indifferenza. Totale indifferenza. Questa è la disumanizzazione dei governanti a cui la morte non fa più male. Dopo il primo impatto emotivo delle foto del piccolo Alan Kurdi, nel 2005, morto sulle spiagge turche, oggi, le stesse immagini, drammatiche, forti, non hanno lo stesso impatto. Sembra quasi che queste immagini, corpi di bambini semisepolti dalla sabbia, siano in bianco e nero. Non producono effetto sui membri del Consiglio d’Europa, disumanizzati dalla loro indifferenza, che toglie ogni forma di umanità e personalità ai popoli d’Africa. Ora sono migranti, irregolari, invasori, delinquenti, prostitute, e tanto altro di negativo. È stata costruita una cultura del disconoscimento di queste persone, per renderle qualcosa di non riconoscibile nei canoni occidentali e non avere di conseguenza crisi morali o religiose. Disumanizzare le persone che fuggono dalla fame, dalla violenza, dagli stupri, dalle guerre, rende più facile il compito di non intervenire, di lasciarli affogare, di non accoglierli, e se questo comporta il corpo qualche bambino riverso sulla spiaggia, non fa effetto, essendo stato disumanizzato da anni di diseducazione mediatica che spersonalizza e non smuove le coscienze. Una barbarie più barbarie delle violenze consumate. Rimuovere dalle coscienze l’effetto drammatico del corpo di un bambino di pochi anni, che giace bocconi sulla sabbia scarnificato dagli animali. Così questi bambini, esseri umani, figli di madri che soffrono, e di padri che piangono, sono stati trasformati in carne morta, uccisi prima che affoghino. È accaduto qualcosa di veramente sconvolgente nell’animo umano che continua ad allontanarsi sempre di più dai valori etici di una società di eguali, dove l’economia sociale deve essere alla base per sentirsi “fratelli tutti”.

Le autorità si indignano, per finta, di fronte alle tragedie del mare, ma poi tutto continua allo stesso modo, fino alla prossima tragedia. I nostri governanti, hanno imparato a lamentarsi pubblicamente delle tragedie. Lo fanno in modo superficiale e predefinito. Leggono un copione sempre uguale, ma poi non cambiano nulla. Non intervengono. Anzi si oppongono agli interventi delle ONG. Si rinnovano gli accordi con la Libia, con la mafia libica, ma non importa della sofferenza che questi accordi generano. La violazione dei diritti umani e quotidiana. Le decisioni vengono prese dai responsabili dei governi, forse tra qualche anno vedremo qualcuno seduto davanti al tribunale dell’Aja per crimini contro l’umanità. Si finanziano milizie che intercettano persone in acque internazionali, le riportano a Tripoli violando i loro diritti umani. Queste politiche uccidono, più delle guerre, più della fame, perché uccidono la speranza. Uccidono bambini, i cui corpi, poi, rimangono abbandonati sulle spiagge, scarnificati dagli uccelli, senza nessun rispetto per la vita. Restiamo umani ripeteva Vittorio Arrigoni, nostro fratello Vik.

di Claudio Caldarelli e Eligio Scatolini

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