Camara e Adil, e la nuova frontiera della modernità

Ci sono due settori che in questi ultimi anni rappresentano più di altri i cambiamenti dei sistemi produttivi del nostro paese, il bracciantato agricolo e la logistica. I mutamenti di certo non vanno di pari passo al miglioramento delle condizioni di lavoro, all’opposto, stanno portando un arretramento dei diritti e delle tutele sociali. In questi settori esiste una modernità in cui il tempo si è fermato alla fine dell’ottocento. Fatica, paghe da fame, marginalizzazione, caporalato, sono la nuova frontiera della filiera dello sfruttamento.

Camara Fantamadi è morto mentre tornava a casa dai campi dopo una giornata di lavoro a raccogliere pomodori per tre euro a cassone. Si è accasciato a terra sul ciglio della strada, è morto di fatica, di solitudine, di indifferenza. A 27 anni, Camara è morto di sfruttamento.

Non è il primo che muore di fatica dopo giornate di lavoro a quaranta gradi, con spostamenti a piedi o in biciclette di fortuna per chilometri e chilometri. E ogni volta si fa molta retorica con schieramenti di opinionisti.

La verità è che paghe come quella di Camara e, anche più basse, fanno comodo perché più è abbondante la manodopera senza sostegni e diritti sociali, più la forza lavoro è a buon mercato in moltissimi settori industriali e produttivi. Una volta si chiamava l’esercito di riserva, oggi, è la frontiera dei nuovi schiavi.

Adil Belkdim è morto davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate, travolto da un camion che ha forzato il picchetto di lavoratori della logistica in una giornata di sciopero di tutto il comparto.

Adil è morto per rivendicare salari adeguati, condizioni di lavoro giuste, Adil è morto perché credeva nella dignità del lavoro. E’ morto ammazzato da un altro lavoratore, dentro una logica di produzione rapace che divora i diritti.

Quando un lavoratore uccide un altro lavoratore si è arrivati a creare un sistema in cui i diritti dell’uomo sono secondari all’unica legge che non può mai essere messa in discussione: quella del mercato, della produttività ad ogni costo.

Assuefarsi a questa nuova modernità fa parte della trappola del sistema, in fondo avere l’illusione che le sofferenze peggiori appartengano a qualcun altro è il primo passo per cedere i diritti di tutti.

di Susi Ciolella

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