Il mondo salverà la bellezza

“Carissimo Professore,

in queste ultime settimane sono passato diverse volte dal Borgo, ma in automobile e senza potermi fermare mai. Così mi è mancata l’occasione di dirLe che in una chiesetta di Castelnuovo Magra ho scoperto tempo addietro una tavola di scuola fiamminga raffigurante un “Calvario”, che non solo non era mai stata inventariata ma alla quale non attribuivano valore alcuno. Mi sono recato lassù più volte, ho fatto fotografare la tavola, l’ho studiata con la diligenza più scrupolosa e -quantunque dietro vi fosse scritto (a penna e con una calligrafia di cento anni fa) il nome di Luca di Lejda- sono arrivato alla conclusione di doversi trattare di opera di Pietro Brueghel il Vecchio. E’ venuto Poggi (il  Regio Sovrintendente dell’Arte Medioevale e Moderna per la Toscana e Direttore delle Gallerie Fiorentine) e ha confermato il mio battesimo. Ora la tavola sarà portata a Firenze per una necessaria ripulitura (il Poggi sta facendo le pratiche) e poi, dopo un ulteriore studio che mi riprometto di fare con così sapiente guida, renderò nota la scoperta a mezzo del bollettino del Ministero, Ufficio Antichità e Belle Arti. Insigni storici dell’arte mi assicurano che il mio battesimo resulterà definitivo e si tratterà senza fallo del più grande avvenimento d’arte di quest’anno in Italia. Una tavola del Brueghel ha un valore inestimabile!

Ed io sono più contento che se avessi vinto dieci cause!”

Avv. Prof. VICO FIASCHI, Carrara, 7/10/1925

La “scoperta” di un quadro della crocifissione sul monte Calvario con 4 croci di Pieter Bruegel il Giovane nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Castelnuovo Magra (provincia della Spezia) è dunque da attribuirsi all’avvocato Vico Fiaschi, come dimostra la sua lettera del 1925.  Oggi l’opera è attribuita al figlio, Pieter Bruegel il Giovane, come copia di un originale del 1559 del padre. La Crocifissione è un dipinto realizzato su cinque tavole di rovere. E’ una delle copie di una famosa crocifissione del celebre Peter Bruegel il Vecchio, andata dispersa. Il figlio dedicò infatti gran parte della sua vita a copiare le opere del padre, riscuotendo un discreto successo. La scena si svolge in un’ambientazione nordica e rappresenta un momento di vita quotidiana del ‘600 che diventa al tempo stesso cornice e protagonista. Dell’opera colpisce subito l’anomala presenza di una quarta croce. Il quadro, del valore di circa tre milioni di euro, era custodito in una teca situata in una delle cappelle laterali della chiesa di Castelnuovo Magra, antico borgo ligure. Il quadro ha una storia particolare: donato da una famiglia benestante poco più di un secolo fa, durante la Seconda guerra mondiale fu nascosto per impedire all’armata tedesca di sottrarlo. L’opera era poi entrata nelle mire dei ladri d’arte nel 1981: fu rubato per poi essere ritrovato dai carabinieri qualche mese più tardi. A distanza di 38 anni la storia ha provato a ripetersi. Saputo che qualcuno stava preparando il furto della splendida crocifissione custodita in parrocchia, Parroco e Sindaco hanno chiesto aiuto ai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale. I militari hanno suggerito di sostituire la tavola originale con una copia, quasi indistinguibile. Quando, alcuni mesi dopo, i ladri hanno scardinato con una mazza la teca a protezione dell’opera, sono stati beffati. L’originale del Brueghel è rimasto al sicuro nei depositi dei carabinieri ed è oggi in esposto a Roma , a Castel Sant’Angelo, nella  mostra dal titolo IL MONDO SALVERA’ LA BELLEZZA? Fino a Novembre in mostra saranno visibili trentanove importanti opere d’arte, pubbliche e private, che hanno tutte la caratteristica comune di essere state recuperate dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dopo che erano state oggetto di furto. Tutte tranne una, recuperata non “dopo” ma “prima”, la crocifissione di Brueghel, quella che i ladri non sono riusciti a rubare, quella con le 4 croci.

Quella con la  croce  in più.

La croce che rappresenta un po’ anche noi, in un momento così particolare e delicato della Storia, costretti a convivere con una pandemia e a cercare vecchi e nuovi strumenti per poter vincere una guerra contro un male invisibile. Anche la bellezza, intesa come il meglio della produzione artistica e spirituale, può essere un’arma utile a salvare le nostre coscienze e saziare il nostro innato desiderio di bello. Ma siamo in grado, noi, di salvaguardarla? La bellezza salverà il mondo, dice Il principe Miskin ne l’Idiota di Dostoevskij.

Ma il mondo salverà la bellezza?

di Daniela Baroncini

 

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