Un semisse della gens Cecilia

Quella dei Cecilii è una gens plebea di antiche origini. Ciononostante, è soltanto a ridosso della Prima Guerra Punica che otterrà una certa importanza, fino a divenire una delle più potenti della Repubblica.

Durante il II secolo a.C. alcuni suoi appartenenti rivestirono l’incarico di triumviro monetale e, pertanto, fecero apporre simboli o, più tardi, il nome della gens sulle monete coniate sotto il loro controllo.
La moneta che stiamo proponendo sul nostro shop online è un semisse in bronzo emesso nel 128 a.C. e corrispondeva nominalmente alla metà dell’asse.
Al dritto è raffigurato Saturno, il greco Crono, padre di Zeus (Giove), che si riteneva avesse regnato per un certo periodo nel Lazio, durante la cosiddetta “età dell’oro”. Macrobio, autore tardo del V secolo, nei suoi “Saturnalia” afferma che Giano, che per primo coniò moneta in bronzo, abbia voluto omaggiare Saturno raffigurandolo su di un lato, mentre sull’altro fece raffigurare una nave per ricordare il suo arrivo sulle coste del Lazio.
Si tratta, ovviamente, di una narrazione in chiave mitologica, ma fa capire quanto antico fosse il culto di Saturno nel Lazio.

Come è possibile, tuttavia, attribuire questa moneta alla gens Cecilia? Grazie alla raffigurazione, al rovescio, sopra la prua di nave, della testa di un elefante. Questo animale simboleggia la gens Cecilia fin dal periodo Medio-Repubblicano, quando il console Cecilio Metello sconfisse e catturò gli elefanti del generale punico Asdrubale nella battaglia di Panormos, nel 251 a.C.

di Fabio Scatolini

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