Ventisei settembre, auguri Germania !!

Dalla grande crisi economico-finanziaria del 2008 e poi con la sopraggiunta tragedia sanitaria ex Covid si sono verificati nei paesi cosiddetti civili due fatti strettamente connessi, e cioè governi con maggioranze di destra e popolazioni con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, con una progressione che ha addirittura portato questi ultimi (come consumatori forzati) a non avere risorse da spendere.

Eccezioni si sono verificate in India e Cina, dove forse i poveri non hanno visto diminuire le loro risorse, e nei paesi del terzo e quarto mondo, dove alla crescita della povertà dei poveri ha corrisposto ricchezza sì, ma di ricchi di altri paesi.

Ma ora qualcosa sta cambiando. La fine egemonica di Trump e di Merkel, pure nella loro diversità,  sta forse indicando che le forze progressiste hanno ripreso vigore.

Non solo, tra gli stessi economisti del capitalismo c’è chi pensa che qualcosa di diverso debba essere pensato, del tipo: “se vogliamo che la produzione e i consumi crescano, dovremmo far crescere le retribuzioni”, anche se ovviamente si vorrebbe che la loro crescita fosse a carico dello stato, non dei privati…

Ci sono diversi segnali, nel mondo, di possibili cambiamenti. Avremo modo di rifletterci sopra. Ma oggi voglio parlarne di uno che da noi (stranamente, forse per le elezioni di ottobre?) non è quasi esaminato sui media.

È un primo momento di cambiamento, e certamente molto significativo, che si avrà il 26 settembre in Germania, dove sembra probabile una legislatura a maggioranza tra Grunen (Verdi) e Spd (Partito Socialista Tedesco).

Per quanto riguarda il Spd, il programma del candidato cancelliere Olaf Scholz, dopo un decennio di “liberal-socialismo”, rappresenta un vero cambiamento, con reali proposte di sinistra. Cito solo alcuni contenuti, come il salario minimo di 12 euro l’ora, la patrimoniale per i super-ricchi e la sostituzione del sistema di sussidi per gli indigenti con un vero reddito di cittadinanza.

Non solo, sono previsti anche il blocco degli sfratti nelle aree soffocate dalla speculazione immobiliare, l’istituzione di asili e scuole elementari gratuiti, la fine del debito-zero e addirittura quella della libertà di sfrecciare senza limiti nelle autostrade.

Insomma, a partire dal clamoroso ritorno della sovrattassa (sospesa dal 1996) del 3% per i redditi superiori a 250mila euro annui, i cui introiti dovranno essere <<destinati a finanziare lo stato sociale e la politica climatica>>, la proposta di una Germania sociale, digitale e climaticamente neutrale non appare esattamente su misura della lobby del made in Germany,,,

Per quanto riguarda i Verdi, è bene tenere presente che esiste la possibilità concreta che la loro leader, Annalena Baerbock, senza grandi esperienze di governo ma dotata di grande energia, buonsenso politico possa essere nominata a capo del governo tedesco.

Sarebbe, mi pare, la prima volta dei Verdi a leaders di governo, nella storia della Germania, anzi del mondo. Del resto, essi ormai hanno accumulato in    Germania       una buona esperienza di governo (attualmente fanno parte dell’esecutivo in undici dei sedici lander).

Sono ben diversi, mi dispiace osservarlo, dall’ombra, dal simulacro di partito dei Verdi italiani

Ed anche se i Verdi tedeschi risultassero il secondo partito della coalizione, la loro azione sarebbe fondamentale.

Voglio ricordare, ad esempio, che secondo il loro programma vogliono tagliare le emissioni di gas serra del 70 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, andando ben oltre l’obiettivo fissato del 55 per cento.

Inoltre vogliono più che raddoppiare le tasse sulle emissioni, introdurre nuovi traguardi in merito all’uso delle energie rinnovabili e accelerare il processo di chiusura delle centrali a carbone in Germania.

Ancora, sono decisi a favorire la spesa pubblica, sia al livello europeo (sotto forma di incremento dei finanziamenti dell’Unione per gli investimenti nei paesi più deboli) sia in Germania, dove le limitazioni imposte per contenere il deficit hanno indebolito le infrastrutture, soprattutto nel settore digitale,

Inoltre, in politica estera hanno una posizione più intransigente rispetto a Russia e Cina, mostrandosi meno disposti a sacrificare il rispetto dei diritti umani sull’altare del commercio.

Infine, segnalo la clamorosa iniziativa messa in atto nel Langer del Baden-Wuerttembergr dal ministro delle Finanze, il Verde Danyal Bayaz, di un portale contro l’evasione fiscale, con l’obbiettivo di semplificare la possibilità di inviare segnalazioni alle autorità fiscali. In esso i cittadini possono denunciare, anche in forma anonima, i reati fiscali delle imprese, delle banche, dei consulenti finanziari.

Potete immaginare le reazioni della “Germania bene” e ancor più quelle che avremmo in Italia, se nel governo di ”quasi tutti”, qualcuno avesse il coraggio non di fare, ma almeno di proporre una cosa del genere. Ma da noi, si sa, essere di sinistra è un’altra cosa, anche se non si sa quale essa sia.

Veramente, viene lo sconforto a vedere la situazione italiana.

Non c’è partito autorevole.

Non c’è programma su cui possono convergere le forze progressiste.

Non esistono leaders accettati, neppure quando svolgono da più di un anno un lavoro immane come quello attuato dal ministro della Salute Roberto Speranza.

Forse perché non “buca” il televisore.

Forse perché è di un piccolo partito.

Mi auguro di sbagliare. Ma temo che da noi le elezioni del prossimo ottobre non avranno il vento del cambiamento.

E allora, per ora possiamo solo dire: Auguri, Germania !!

 

di Carlo Faloci  

 

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