Premio Nobel per la Letteratura allo scrittore Abdulrazak Gurnah

In Italia  in pochi hanno letto i suoi libri. I suoi romanzi sono introvabili nelle librerie. Nessun bookmakers ha scommesso sulla sua vittoria. E invece, tra i tanti scrittori dati per favoriti, il Premio Nobel per la letteratura è stato assegnato al romanziere tanzaniano Abdulrazak Gurnah.  

Questa la motivazione dell’Accademia svedese: per la sua intransigente e compassionevole analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti”.

Una profonda analisi, quella di Gurnah, che comprende interamente la sua vicenda personale facendola confluisce nei suoi romanzi in un continuo rimando all’Africa, al colonialismo, all’esilio e alla memoria.

Nato a Zanzibar nel 1948, è stato  costretto ad abbandonare l’isola all’età di 18 anni a causa delle persecuzioni nei confronti delle persone di origine araba durante la presidenza di Karume. Soltanto nel 1984 è potuto tornare sull’isola per assistere il padre in punto di morte.

Trasferitosi a Londra con lo status di rifugiato, si è poi laureato e ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università del Kent, dove ha insegnato letteratura postcoloniale e ha raggiunto posizioni apicali fino a ricoprire il ruolo di Direttore del Dipartimento di Inglese.

Dopo 18 anni, dunque, il Nobel per la letteratura torna in Africa.  L’Africa, che in 18 anni ha fatto passi in avanti per la scolarizzazione, ma l’analfabetismo rimane una delle cause di arretratezza. L’Africa, dove circa 63 milioni di adolescenti tra i 12 e i 15 anni non possono studiare a causa della povertà e nelle scuole manca il materiale per la didattica e adeguata formazione degli insegnanti, soprattutto nelle aree rurali.

Nella terra natia di Abdulrazak Gurnah, l’arcipelago di Zanzibar,  la prima università è stata aperta soltanto nel 2000. 

Queste le parole pronunciate dal Premio Nobel Abdulrazak Guarnah in audio reso pubblico dalla Fondazione Nobel: “I rifugiati non arrivano a mani vuote. Molte di queste persone che vengono fuggono per necessità e anche perché, francamente, hanno qualcosa da dare”. In una video intervista (LaPresse) dopo la sua premiazione ha aggiunto: “Quello che manca è la compassione. C’è questo modo di agire dei ricchi. Una volta raggiunti i loro scopi chiudono la porta e dicono: Tu rimani fuori”.

Qualcuno ha parlato di motivazione politica della scelta. Con tutta probabilità, dopo questa assegnazione si tornerà a parlare di colonialismo e della necessità di superare la visione ancora troppo coloniale e stereotipata dell’Africa, si discuterà dell’urgenza di riconsiderare le migrazioni includendo l’apporto fattivo e – c’è da augurarselo- l’isola di Zanzibar non sarà più soltanto un’esotica meta turistica. Ed è  proprio questa l’orditura con la quale Gurnah ha disposto  i fili narrativi dei suoi romanzi e dei suoi racconti.

Tra i suoi romanzi – pubblicati da Garzanti che attualmente non ha più i diritti di pubblicazione – troviamo “Il disertore”, “Paradiso” e “Sulla riva del mare”.

Per poterli acquistare in libreria bisognerà aspettare qualche settimana; nel frattempo consiglio di cercarli nelle biblioteche, in quei “granai pubblici” dove spesso rimangono a sonnecchiare i romanzi dei Premi Nobel.

di Nicoletta Iommi

 

Print Friendly, PDF & Email