Amnesty denuncia violenze sui migranti e richiedenti asilo

Amnesty International ha raccolto molte testimonianze tra luglio e novembre 2021 di migranti e richiedenti asilo al confine tra Bielorussia e Polonia che dovevano attraversare il confine, poi respinte dagli Stati dell’Unione Europea. La Commissione Europea non ha applicato le procedure previste e non ha rispettato le leggi sui richiedenti asilo. I rifugiati che cercano di entrare in Europa dalla Bielorussia vanno incontro a respingimenti ed altre violazioni dei diritti umani lungo il confine della Polonia e sono sottoposti a torture, condizioni disumane, estorsioni e molte altre violenze da parte dei militari di entrambi gli Stati.

I bambini vivono nella foresta, al freddo e alla fame, alcuni non ce la fanno, muoiono di freddo e fame. Le condizioni igienico-sanitarie sono disumane. Migliaia di rifugiati sono abbandonati nella terra di nessuno, spinti al confine e respinti dal confine. Lo afferma Amnesty International a seguito delle prove e testimonianze raccolte e rese pubbliche con un comunicato. Amnesty ha raccolto drammatiche testimonianze di famiglie con bambini in stato di grave necessità, picchiate con manganelli e calci di pistole, minacciate con i cani, dalle forze militari Bielorusse e polacche. “Bloccate in una zona di esclusione lungo il confine tra Bielorussia e Unione Europea, molte persone sono ridotte alla fame, in condizioni atmosferiche estreme e in balia di forze opposte che giocano con le loro vite: le forze bielorusse che le spingono ripetutamente verso la Polonia, le forze polacche che le respingono sistematicamente in Bielorussia”, ha dichiarato Jennifer Foster, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei rifugiati e dei migranti.

Le condizioni dei richiedenti asilo, delle loro famiglie, dei bambini, al confine, nella terra di nessuno, sono drammatiche. Freddo, fame, violenze di ogni genere, torture, tutto avviene in Europa, nella Unione Europea che dovrebbe accoglierli e tutelarli. Ma questa Europa, respinge, non accoglie, abbandona. Non applica le leggi che si è data. Non applica le normative che si è data. L’Unione Europea lascia al proprio destino migliaia di persone, donne e bambini. Tutto avviene al confine con la Polonia, che abbandona alla tortura e alla fame e al freddo donne e bambini, con il silenzio assenso della Commissione Europea. Con il silenzio assenso di una Europa incapace di affrontare un dramma, e che condanna a “morte” al freddo e fame i rifugiati e richiedenti asilo. Una vergogna di cui parla solo Papa Francesco nelle sue omelie e nei sui Angelus. Ma non è sufficiente, neanche Francesco viene più ascoltato, anzi viene censurato dai media, dalle tv e giornali, che non riprendono quasi mai i sui discorsi.

Gli obblighi del diritto internazionale, dice Amnesty, e della normativa europea, vengono disattesi. La testimonianza di un iracheno, raccolta da Amnesty: “Dopo un’ora che eravamo entrati in Polonia ci hanno trovati. Ci hanno portato sulla riva di un fiume, sarà stato largo 10/15 metri ma era in piena e le acque erano profonde. Ci hanno spinto in acqua, chi si opponeva veniva picchiato. Anche loro avevano i cani. Le donne, i bambini e qualche adulto sono stati portati da un’altra parte. Ho visto un uomo portato via dalla corrente. Non sapeva nuotare. Chi non sapeva nuotare annegava”. Tutto avviene in Europa. La stessa Unione Europea che ha proposto una deroga alle normative di accoglienza. L’Europa che chiude gli occhi. L’Europa che come Ponzio Pilato se ne lava le mani, proponendo a Lettonia, Lituania e Polonia di derogare alle normative europee, ad esempio trattenendo alla frontiera i richiedenti asilo per 20 settimane senza le minime salvaguardie e rendendo più facili le espulsioni. Ancora una volta l’Europa mostra il suo volto disumano e respinge, non accoglie, di fatto condanna i nostri “fratelli” dolore frontiera.

di Claudio Caldarelli

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