Pubblicazioni Europee da valorizzare: il Benchmarking Working Europe 2021

In prossimità della conclusione di ogni anno, i maggiori Istituti di ricerca e statistica sono soliti pubblicare alcuni studi riassuntivi degli andamenti ecosociopolitici che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi, ma che saranno lo scenario del prossimo anno ormai alle porte.

L’ETUI, the European Trade Union Institute è il centro di ricerca e formazione dell’European Trade Union Confederation (ETUC). L’Istituto sindacale europeo è parte della Confederazione europea dei sindacati (CES) che a sua volta affilia i sindacati europei in un’unica organizzazione ‘ombrello’ europea. L’ETUI mette le sue competenze – acquisite in particolare grazie ai suoi legami con università, reti accademiche e di esperti – al servizio degli interessi dei lavoratori a livello europeo e del rafforzamento della dimensione sociale dell’Unione Europea.

Ogni anno, tra le numerose pubblicazioni che mette a disposizione, emerge il Benchmarking Working Europe che per il 2021 è stato intitolato: Europa disuguale.

È diventato quasi un luogo comune affermare che la pandemia di Covid-19 ha esasperato le disuguaglianze preesistenti generandone anche di nuove. Tuttavia, nelle pagine del Benchmarking Working Europe di quest’anno viene rivelato chiaramente che, lungi dall’essere un luogo comune, il nesso tra la pandemia e l’aumento delle disuguaglianze è sempre più misurabile e allarmante. È infatti il ​​prodotto di un modello economico che, negli ultimi tre decenni, ha progressivamente ridistribuito sempre meno ricchezza ai livelli inferiori della società.

Già nel Benchmarking Working Europe dell’anno 2020 intitolato “Covid-19 e mondo del lavoro: l’impatto di una pandemia” si preannunciava come il virus avrebbe influito ed accentuato le disuguaglianze sociali ed economiche creando nuove classi di poveri… Tra le sue pagine emergeva come il virus ha causato la pandemia di Covid-19 ma ha gettato l’Europa economica in un’improvvisa e profonda recessione, l'”austerità” è l’altro nefasto agente da cui i lavoratori e l’Europa nel suo insieme, dovranno essere protetti nei difficili mesi e anni a venire. In questo momento, una nuova ondata di austerità potrebbe non solo minare la ripresa post-Covid, ma potrebbe anche far vacillare le fondamenta del progetto di integrazione sociale ed economica europea.

Il Benchmarking Working Europe non è altro che il bilancio annuale dell’economia, del mercato del lavoro e degli affari sociali europei, viene pubblicato oggi dall’Istituto sindacale europeo, luogo idoneo alla raccolta di dati nonché fulcro di esperienze concrete. Nella relazione del 2021 evidenzia la necessità di azioni per stimolare gli investimenti, nonché riforme delle regole di bilancio per consentire alle politiche di svolgere un ruolo più attivo nella stabilizzazione delle economie e nel garantire una crescita sostenibile. Soprattutto, la disuguaglianza e l’insicurezza devono essere affrontate investendo nella deregolamentazione e rilanciando la contrattazione collettiva. Il Benchmarking segnala anche le sfide a lungo termine dei quattro “megatrend” del cambiamento climatico e demografico, della digitalizzazione e della globalizzazione. Pubblicato ogni anno dal 2001, Benchmarking Working Europe pone le preoccupazioni dei lavoratori al centro delle sue analisi e proposte politiche.

Le tematiche affrontate nella pubblicazione annuale sono sempre aggiornate e attinenti alle circostanze che il lavoratore, l’imprenditore o la società attuale dovranno risolvere, ricche di proposte ed analisi accurate da cui far emergere progettualità e soluzioni reali… ma perché non vengono divulgate e approfondite come meriterebbero?

di Tommasina Guadagnuolo

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