Meta-verso e meta-morfosi dell’umano

Il Meta-Verse, in italiano Meta-Verso, sta correndo già veloce on-line. Anzi: on-life. Non digiteremo – non vivremo – più da fuori, ossia dall’esterno dei circuiti e dei display nei nostri smartphone o devices vari, ma vi respireremo mentalmente da dentro, spalmati direttamente su essi come maionese sulla superficie di un tramezzino. Il più grande social del mondo, infatti, ha cambiato nome: si chiama ora Meta, con il simbolo matematico di infinito: . Facebook, WhatsApp e Instagram si strutturano in un’unica entità digitale, come Universo 3D persistente interamente on-life. Il modello di riferimento principale è quello dei videogiochi. La gamification, ossia l’estensione dell’elettronica dei videogiochi all’intera realtà, economica, amministrativa e comunicativa, è già in atto. Con Meta non ci limiteremo più a postare e commentare contenuti, ma esporremo, commercializzeremo, compreremo, monetizzeremo ogni aspetto della nostra vita, come stessimo non fuori, ma dentro il vecchio tabellone di cartone del gioco del Monopoli. Negli immobili, nei bar, nelle sale concerto, nelle mostre mercato d’arte, nelle redazioni editoriali, nei night-club, con annessi privée, nelle spa, nelle palestre, nei circoli esclusivi della città virtuale possiamo entrare – avendone le credenziali e le coordinate monetarie –, incontrare gente, scambiare di tutto, spassarcela, usando ognuno quel vero e proprio alter-ego che sempre più sarà il nostro avatar. Potremmo anche lavorare in spazi 3D condivisi, ma persino – anzi soprattutto – il lavoro sarà gamificato, ossia improntato alla logica del play-to-earn, del gioco continuo per ulteriori guadagni ora impossibili.

Non dimentichiamo che Fb ha già annunciato da tempo il varo della sua cripto-moneta Lybra. Ne ha ritardato la realizzazione per l’aperta opposizione della precedente amministrazione americana, ma non per questo ha rinunciato al disegno di una super valuta elettronica adottata dai due miliardi e mezzo di persone iscritte alla sua piattaforma. Con Meta, infatti, il fulcro saranno proprio i bit-coin e la tecno-elettronica a essi associata: la blockchain. Di quest’ultima abbiamo diffusamente scritto più volte in questa rubrica. Per sintetizzare diciamo soltanto che si tratta di una catena di blocchi, che sfrutta la struttura a nodi della rete, su cui ognuno può individualmente intervenire e auto garantirsi, senza la necessità di un qualsiasi ente centrale – privato o pubblico – di controllo e verifica. Il Game-Fi, e la DeFi, Finanza Decentralizzata, sviluppano già tale realtà.

E a proposito di realtà, essa sarà non solo totalmente Virtuale, ma anche Aumentata. La prima, infatti, consente di entrare in ambienti interamente virtuali; la seconda di inserire oggetti digitali in formato 3D in contesti anche fisici. Non utilizzeremo più soltanto i classici device, smartphone, smart tv, tablet, pc, ma anche wearable device, ossia indossabili, come occhiali, caschi, bracciali, orologi. Qualsiasi altra superfice, come parabrezza, specchi, vetri e vetrine consentiranno a noi e ai nostri avatar di percepire da remotamente vicino, e quindi di interagire con i minimi dettagli degli oggetti in 3D inviati.

Qui possiamo limitarci soltanto a questa drasticamente concisa sintesi, ma ci troviamo di fronte a una geografia di interconnessioni tecnologiche sempre più fittamente complessa. Gli sviluppatori, infatti, la implementano a ritmo vertiginoso, tanto che il giorno, l’ora prima precipitano in un batter di ciglia nel mucchio arrugginito d’un precocissimo vintage. E questo ci sembra un aspetto decisivo. L’intera sfera economica, lavorativa, sociale, culturale, psicosomatica, personale, intima, segreta evolve in un gigantesco meccanismo ludico-elettronico. Ma chi taglia il mazzo, chi dà le carte, chi distribuisce le nuove regole e gli algoritmi mutanti a partita iniziata? Il capitalismo classico è stato definito il migliore sistema al mondo per togliere soldi dalle tasche dei fessi. Qui, però, o sei non solo laureato ma continuamente aggiornato in ingegneria informatico-finanziaria e per di più un gran figlio di puttana cinque punto zero, o diventa un gioco da ragazzi spingere i ragazzi a privarsi spontaneamente dei soldi in tasca e a devolvervi gioiosi al cartaio.

Rien ne va plus, recita il croupier mentre avvia la pallina nella roulette. Da oggi è da intendersi in senso letterale: niente, nessuna regola vale più. Conta solo il divenire, il perenne mutamento, l’instabilità strutturale dell’esistenza. L’insostanzialità di ogni qualsivoglia verità, anche scientifica, che non sia – alla maniera cristologica – con Meta-verse, in Meta-verse, per Meta-verse, segna così il compimento di una cruciale metamorfosi tecnica. Quella che va dall’essere, dall’essenza dell’umano alla sua nullificazione dentro la funzione dell’apparato trans-digitale. 

di Riccardo Tavani

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