Cordoglio e sconforto nel mondo della ristorazione etica

Alzi la mano chi non ha mai mangiato in un ristorante etnico. Ma se all’aggettivo “etnico” togliamo una consonante e lo facciamo diventare “etico” allora le mani alzate, probabilmente, saranno molte di più. La ristorazione etica è infatti un fenomeno molto più recente e solo negli ultimi anni si sta trasformando da tendenza a realtà. Scegliere cosa e dove mangiare non è solo una questione di gusto, è anche un atto politico perché influenza le scelte economiche del mercato e manda un chiaro messaggio alla politica. Non c’è una definizione unica, ma in linea generale si può affermare che i ristoranti etici sono luoghi in cui l’amore per il cibo si coniuga con progetti sociali che tendono a tutelare l’ambiente e a eliminare le disuguaglianze.

A Bologna parlare di ristorazione etica significava parlare della pizzeria etica “ Porta pazienza” e del suo fondatore, il pizzaiolo antimafia Michele Ammendola. La notizia della sua improvvisa scomparsa, avvenuta l’8 gennaio scorso, a soli 46 anni, ha lasciato la città e l’intera Italia inclusiva e solidale nel più profondo sgomento.

Michele Ammendola era il punto di riferimento per chi sceglieva l’etica anche quando si trattava di andare a mangiare una pizza. Lui, napoletano trapiantato in Emilia Romagna, l’aveva conosciuta bene la camorra, aveva assistito ad un omicidio in diretta e aveva chiaro in mente cosa significasse vivere in condizioni disagiate. Per questo nel suo locale aveva deciso di utilizzare solo prodotti provenienti dai terreni confiscati, di assumere persone fragili e sostenere progetti a favore delle persone con autismo. Michele è stato stroncato da un infarto proprio mentre era all’interno del suo locale.

A Roma invece la ristorazione etica fa pensare subito ad un nome: La locanda dei girasoli. Il ristorante-pizzeria è infatti uno dei primi progetti sociali inclusivi applicati alla cucina. Dal 1999 il ristorante era gestito e dava lavoro a persone con sindrome di Down. Un progetto di inclusione che purtroppo in questi giorni è naufragato a causa della pandemia, della mancanza di fondi e di clientela. Lo storico ristorante ha annunciato, sulla sua pagina facebook, la definitiva chiusura.

Davanti a queste notizie e alla necessità di sostenere e continuare a portare avanti scelte di partecipazione attiva al bene comune tornano alla mente le parole del Presidente David Sassoli in occasione della sua marcia Assisi- Perugia: << Essere costruttori di pace oggi significa prendersi cura l’uno dell’altro e, soprattutto, impegnarsi a ridurre quelle disuguaglianze che persistono nella nostra società>>

di Nicoletta Iommi

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