Crimini contro l’umanità

Torture, violenze, stupri. In Libia si consuma il più grande crimine contro l’umanità. Queste le accuse della Corte Penale dell’Aja. Per il Procuratore le violenze contro i migranti hanno una nuova e più pesante “classificazione”.

Il Procuratore della Corte Penale è chiaro, gli abusi commessi in Libia contro i migranti possono essere qualificati come crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Alle violenze, aggiungiamo la sete e la fame. Migliaia di bambini, di donne, maltrattati fino allo stremo, fino alla morte. Coloro che sopravvivono ai lager libici, trovano la morte sui barconi che affondano al largo delle coste italiane. Nessuno li soccorre. Le ong vengono fermate, quando raccolgono i naufraghi, gli vengono negati gli approdi. Girano nel mare. Senza un porto che li accoglie. Intanto i migranti muoiono. Di violenza. Muoiono. Di fame. Muoiono. Affogano.

I crimini, scrive la Corte Penale, commessi nei centri di detenzione (quelli finanziari dall’Italia) sono crimini contro l’umanità. Le indagini sono in fase avanzata, scrive il Procuratore, dopo gli esposti di un gruppo di giuristi internazionali. “L’ufficio, si legge nel rapporto della Corte, ha ricevuto una vasta gamma di informazioni credibili che indicano che i migranti e i rifugiati in Libia sono stati sottoposti a detenzione arbitraria, uccisioni, violenze, sparizioni, torture, stupri, rapimento e ricatto…”

Il dramma dei rifugiati e migranti continua, come continuano a cresce le morti in mare. In questi ultimi giorni si sono rovesciati diversi barconi, sono morte annegate decine di persone, quasi nessuna ripescata, giacciono in fondo al mare. Il mare Nostrum, il Mediterraneo della morte. Tutto passa in silenzio. Tutto scorre sulla pelle dei migranti, non considerati persone umane, e come tali vengono dimenticati. I mezzi di informazione ci parlano solo della guerra. Una guerra crudele, di aggressione della Russia alla Ucraina. Ma i morti sono morti, in qualsiasi parte del mondo avvengano. La vita dei bambini, la vita delle donne, è la vita da rispettare sempre, a qualsiasi latitudine del globo. Ma i migranti rinchiusi nei lager libici non fanno notizia. I rifugiati in Libia non fanno notizia. Neanche quando vengono uccisi, violentate, stuprate o vendute. Non fanno notizia neanche adesso che il Procuratore della Corte Penale Internazionale ha avviato una inchiesta per crimini contro l’umanità.

di Claudio Caldarelli

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