La guerra di Putin

Sono spesso stato tacciato di menefreghismo, qualunquismo e indifferenza, ma il mio modo di affrontare le questioni della collettività é più legato alla diffidenza di chi non capendo tutte le informazioni che arrivano dall’esterno, resta in disparte per elaborare un suo pensiero, autonomo e indipendente.
 
Discutere con gli altri di questioni di cui non si ha la percezione di realtà assoluta, sia per il filtro del cosiddetto “main stream”, sia per l’incapacità di capire dinamiche così lontane dalle nostre vite, mi sembra inutile. Cosa ne so io di come viveva prima della guerra la gente del Donbass, di quali malumori i due popoli soffrissero, cosa ne so dei rapporti tra le persone filorusse e ucraine, cosa ne so io che vivo in Italia a migliaia di chilometri? Certo é che invece capisco benissimo come e dove vivo io. 
 
So che se Hitler risorgesse e venisse in Italia ad uccidere, distruggere e a imporre il suo modo di vivere con la forza, qui a casa mia, allora imbraccerei il fucile e difenderei i miei familiari, la mia casa, i miei ideali di libertà che mi permettono di decidere cosa fare del mio futuro e della mia vita, nel rispetto della vita e delle libertà altrui. Il mio non é qualunquismo anzi, é ponderare le migliaia di informazioni vere, false e tendenziose cercando di non farmi influenzare da nessuno, ma osservando e cercando di capire meglio. La storia poi giudicherà tutto quello che accade, non é mio il compito. Certo é che, migliaia di persone non fuggono dalla loro casa con le poche cose che riescono a portare con sé così per sport, questo é un dato oggettivo, e considerando che la totalità dei profughi sono donne e bambini, é chiaro che gli uomini sono tutti rimasti a difendere la loro terra, le loro case che spesso hanno costruito con anni di lavoro da emigranti, lontano dalle famiglie e dagli affetti, e anche questo é un dato oggettivo. L’invasione é stata Russa su territorio indipendente Ucraino e non il contrario, anche questo é un dato oggettivo, le dichiarazioni aggressive di Putin nei confronti dell’Occidente, composto dalla totalità dei paesi limitrofi e dalla maggior parte dei governi mondiali é un dato oggettivo. Quindi come posso essere d’accordo con chi straparla di cose che di oggettivo non hanno nulla, tipo la paura dei russi (o di Putin?) della Nato, che se non fosse stato per l’aggressione ingiustificata dell’Ucraina probabilmente sarebbe morta e sepolta nel giro di pochi anni per inutilità. Oppure la denazificazione del territorio Ucraino, parole uscite dalla bocca dei dirigenti Russi, é un dato oggettivo.
 
Purtroppo le paranoie o le mire espansioniste di Putin, hanno acceso nelle nostre teste il campanello di allarme che qualcosa non quadra e al pari di Hitler, se lasciassimo correre non prendendo una netta posizione che condanna l’invasione, ci ritroveremmo a contare i morti sul suolo Europeo al pari di ció che successe settanta anni fa. L’altra riflessione é legata alla globalizzazione, e ai legami spesso capestro con paesi che grazie ad essa possono fare leva sui nostri governi riducendo anche in questo caso le nostre libertà. 
É innegabile che la pandemia e la guerra di Putin, hanno il grande merito di farci riconsiderare le nostre debolezze nei confronti dei grandi competitor Europei, cioè Cina, Stati Uniti e Russia.
 
Anche la capacità di affrontare emergenze e nuove sfide future a livello comunitario potrebbe essere accresciuta dalla situazione attuale.
Forse, e il condizionale é d’obbligo, abbiamo capito che affrancarci dal resto del mondo, almeno dal lato energetico sarebbe buona cosa, e sempre forse, riportare le produzioni delle nostre aziende a casa, sarebbe la mossa giusta per evitare il declino della nostra cara e vecchia Europa, culla di civiltà, arte e ingegno secondi a nessuno.
 
Tutto questo é oggettivo, mentre le chiacchiere che sento nei mille e mille dibattiti televisivi, sono illazioni e giudizi, ove si distrugge al posto di costruire.
Invece di pensare a come evitare un futuro buio e incerto si parla a vanvera sulle motivazioni e le presunte colpe occidentali che hanno portato a questo conflitto inutile.
 
Allo stato attuale, purtroppo, per evitare di finire come l’Ucraina, saremo costretti ad armarci, non per muovere guerra, ma per evitarla.
Si vis pacem, para bellum.
 
di Roberto De Stefanis
 
 
 
 
 
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