Record orrendo di omicidi colposi

I morti si contano a centinaia e non sono i morti della guerra in Ucraina, sono le lavoratrici e i lavoratori che muoiono ogni giorno sul lavoro. Una guerra dove le armi che sparano non sono i cannoni dei carri armati, ma sono le armi della avidità che non applica le normative di prevenzione. Il profitto degli imprenditori (una volta si chiamavano padroni) aumenta e decuplica quando i ritmi sono più veloci, quando i sub-sub-appalti sono al ribasso per i salari dei lavoratori e al rialzo per il guadagno delle imprese. In questa logica forsennata del profitto senza limiti, dei ritmi senza pause, vengono sacrificate le normative e i sistemi di prevenzione e di sicurezza. Questo sacrificio costa la vita a centinaia di madri e padri di famiglia. Esattamente 189 morti nei primi tre mesi del 2022, questi sono i dati INAIL. Il sacrificio umano è aumentato rispetto all’anno passato. Una guerra non dichiarata, ma combattuta nelle campagne, nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei luoghi dove la produzione e il profitto sono prioritari rispetto alla vita umana.

Nel giorno dedicato alla sicurezza e alla salute, muore un operaio alla Farnesina.

Fabio Palotti aveva 39 anni e lavorava per una ditta esterna che cura la manutenzione degli ascensori, alla Farnesina, la sede del ministero degli Esteri a Roma. Mentre sestava operando sulla cabina, gli ingranaggi si sarebbero messi in movimento facendo cadere Fabio che è morto sul colpo. Palotti era padre di una bambina, il suo corpo è stato ritrovato ieri mattina alle otto. Nessuno si è accorto della sua morte, inghiottito dalle tenebre di un palazzone dove è rimasto solo nella oscurità. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Le morti sul lavoro sono omicidi. Omicidi per avidità. Omicidi per profitto. Anche all’interno dei palazzi delle Istituzioni, dove la sicurezza dovrebbe essere garantita, come il rispetto per la vita umana. Come il rispetto dei lavoratori. Ma proprio nelle Istituzioni che dovrebbero vigilare su queste morti, avvengono ancora oggi omicidi colposi. Accadono. Si muore di omicidio colposo a carico di ignoti nelle sedi del Governo. Un Governo che invia armi, che aumenta le spese militari. Un Governo che dovrebbe tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro, vede morire nelle sue sedi, proprio nella Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro.

Una Giornata che non è altro che un evento testimoniale che attesta l’impotenza, l’indifferenza e la non volontà di intervenire radicalmente per fermare questa guerra ai danni dei lavoratori o a stimolare la diserzione per evitare di essere vittime di questa strage, dove parlano più i numeri delle statistiche che le storie dei corpi e delle loro relazioni.

Quella morte sul lavoro, omicidio colposo verso ignoti, accaduta alla Farnesina è la normale, indifferente, manifestazione della violenza che governa il rapporto tra Capitale e forza lavoro nel nostro Paese. L’eterno conflitto tra classe dominante e classe subalterna, dove la classe subalterna perisce, sempre. E sempre la classe dominante rimane impunita.

Tra gennaio e marzo 2022 gli omicidi colposi sul lavoro, sono stati 189, quattro in più rispetto all’anno scorso. Quest’anno sono morte più lavoratrici, 24 donne contro le 14 del 2021. La drammatica e triste media, fino ad oggi è di oltre due omicidi colposi al giorno. Crescono anche le morti “in itinere”, cioè sulla strada per raggiungere il luogo di lavoro. Si muore sul lavoro. Si muore di lavoro. Ma muoiono sempre e solo le operaie e gli operai. Gli appelli, del Capo dello Stato, Mattarella, ad intervenire per evitare queste morti orrende, cadono nel vuoto. Nessuno lo ascolta. Coloro che lo plaudono, che lo hanno rieletto per la seconda volta, non lo ascoltano, perché sono avidi, vogliono solo aumentare i profitti. E li aumentano i profitti con gli “omicidi colposi” di donne e uomini. Di operaie e operai. Di lavoratrici e lavoratori.

di Claudio Caldarelli e Eligio Scatolini

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