Femminicidio: una guerra contro le donne

Una guerra. Una vera e propria guerra, dichiarata e non più nascosta. Le donne, solo perché donne, continuano a morire, ad essere uccise, ad essere stuprate, nel silenzio e nella indifferenza. Una lunga scia di sangue che non si ferma. Nel 2022 i femminicidi continuano ad essere un cancro sociale endemico, di cui non riusciamo a liberarci. Solo nel 2022 le donne uccise sono 21 in neanche sei mesi. L’anno scorso, 2021, le donne uccise sono state 76, un numero impressionante, tragico e drammatico, perché si potevano evitare. Si! Si potevano evitare con politiche adeguate di contenimento e misure cautelari nei confronti dei violenti,  che non smettono di considerare le donne come loro proprietà.

La guerra alle donne, c’è da sempre, dai tempi buoi del Medioevo, quando le donne che rivendicavano emancipazione e libertà di pensiero, venivano bruciate al rogo, condannate come streghe. L’odio verso le donne che non si sentono oggetto di nessuno, è un odio viscerale per misoginia degli uomini. Uomini incapaci di amare. Uomini incapaci di costruire rapporti di affetto in armonia con la quotidianità. Uomini che uccidono, belve affamate del loro stesso sangue.

Ogni giorno assistiamo a scene di violenza contro le donne, ai casi di revenge porn, di stalking. Forme  violente che distruggono la vita delle donne. Nonostante l’entrata in vigore, nel 2019, del Codice Rosso, la piaga non accenna a diminuire in nessun modo.

Femminicidi inquietanti, commesssi con una ferocia inaudita contro le donne. Una guerra, in cui l’uomo, è l’invasore, di una donna che vive in pace e vuole vivere in pace. Una piaga che non accenna ad arrestarsi, in cui patriarcato e misoginia continuano a rivestire un ruolo fondamentale, e che spinge necessariamente a riflettere su una educazione culturale, di uomini e donne, che giocoforza deve cambiare.

Il termine “femminicidio” si sta facendo strada nel lessico quotidiano da qualche anno. Il vocabolo è entrato per la prima volta in un dizionario francese nel 2015. Prima di allora, i media, avrebbero scritto di “omicidio di una donna da parte del compagno” oppure di “crimine passionale”. La transizione linguistica è tutt’altro che banale; sottolinea che le vittime sono state uccise perché erano donne e che a monte del loro omicidio c’è un problema a livello sociale. Con il femminicidio, la donna viene uccisa in quanto donna. Un tempo considerato un termine dei movimenti femministi, il concetto di femminicidio, ovvero l’omicidio di una donna o di una ragazza in quanto tali, è oggi riconosciuto dall’Onu come “la manifestazione più estrema e brutale della violenza  nei confronti delle donne”.

Mamme e mogli, compagne e sorelle, donne di ogni età, accomunate da un terribile destino, diventare le vittime sacrificali della ferocia degli uomini e della loro misoginia. Le ricordiamo tutte e 21, le donne vittime di femminicidio di questo orribile anno 2022.

Nadia Bergamini, Simona Michelangeli, Rosa Alfieri, Daniela Cadeddu, Anna Borsa, Vincenza Ribecco, Anastasia Bordarenko, Naima Zahir, Carol Maltesi, Tiziana Gatti, Giada, Viviana Micheluzzi, Liliana Caterina Mancusa, Romina Vento, Angela Avitabile, Sonia Solinas, Romina De Cesare, Stefania Pivetta, Noelia Rodriguez Chura, Nevila Pjetri, Camilla Bertolotti, Jenny Gabriela Serrano, Lijdia Miljkovic, Lorena Puppo.

di Claudio Caldarelli

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