A Carlo Faloci, un grande uomo, un grande animo

Carlo è stato in vita un uomo che, parafrasando Picasso, non ha mai dipinto il sole come una macchia gialla ma che, grazie alla sua intelligenza, ha saputo trasformare una macchia gialla nel sole. Ho attraversato qualche lembo della sua esistenza, al Comune di Riano e nel CdA della Banca di Credito Cooperativo, ed ho potuto apprendere, nel corso degli anni, semplicemente ascoltando le sue parole o soppesando le sue azioni, che non agiva seguendo una qualche obbligatorietà imposta da Dio ma ispirando la sua condotta ad una legge interiore, ad un principio etico di giustizia ed onestà al quale conformava le proprie scelte con coerenza. Alla fine dei suoi giorni seppe fermamente ribadire che, nonostante l’inevitabile degrado subito dal corpo, l’esercizio critico della ragione era vivo in lui ancor più di quando aveva vent’anni, ricordandoci così, attraverso un esempio limpido, che la facoltà di un pensiero alto e libero, e non la fisicità effimera e transeunte, consente all’uomo di lasciare una traccia profonda del suo passaggio in questo nostro mondo.

Addio Carlo, gli ideali di uguaglianza e le aspirazioni alla giustizia hanno perso un grande artefice ma i tuoi insegnamenti resteranno per sempre.

di Pietro Lucidi

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